Corruzione: scrutinio segreto, ago della bilancia in Parlamento

"Una vergogna inqualificabile", dice l'Idv. Il voto segreto rende un'immagine opaca delle istituzioni, dice la Finocchiaro.

Corruzione: scrutinio segreto, ago della bilancia in Parlamento
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20 Giugno 2012 - 21.50


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Le votazioni in Senato per i procedimenti contro i deputati accusati di corruzione, regalano spesso un’immagine di “opacità delle istituzioni agli occhi dei cittadini, le cui conseguenze sono nefaste”, per l’autorevolezza delle istituzioni. Lo dice Anna Finocchiaro, capogruppo Pd nell’aula di Palazzo Madama, in riferimento all’ennesimo voto, per procedere al’arresto di Luigi Lusi, parlamentare democratico ed ex tesoriere della Margherita.

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Lusi è accusato di aver distratto circa 23 miliomi di euro dalle casse della Margherita. Il Pd ha votato compatto per il suo arresto, così come la giunta per le immunità del Senato aveva già deciso, mentre il Pl si è sfilato dalla votazione, lasciando solo ad alcuni gruppi dell’emiciclo la responsabilità di decidere in merito e abbandonando l’aula proprio nel momento di votare. Voto palese o segreto? Soo in molti ad ammettere che questo tipo di decisione dovrebbe essere presa alla luce del sole.

Nella maggior parte dei casi però non è così. Logiche interne e trasversali ai vari gruppi parlamentari, impediscono di fatto che si possa votare in chiaro, per permettere all’occorrenza ai franchi tiratori di bersagliare a destra e a manca., a seconda delle esigenze politiche del momento. E’ quello che per esempio è accaduto con il senatore Sergio De Gregorio (Pdl), messo in mora dalla giunta e salvato in extremis dal Senato. De Gregorio è accusato dalla magistratura di aver sottratto 23milioni di euro dai fondi pubblici all’editorie, insieme al faccendiere ed ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, ora in carcere.

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“Una vergogna inqualificabile” il comportamento dei senatori che hanno voluto contraddire la decisione della giunta di palazzo Madama, secondo l’Idv. Ma i precendenti non mancano. Negli ultimi tre anni il voto segreto ha salvato e fatto e fatto fuori altri onorevoli, colpevoli in un modo o nell’altro di corruzione. Ad esempio Alfonso Papa, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4, per il quale la Camera ha deciso l’arresto. Ma nel calderone finiscono anche le storie di nicola Cosentino e Marco Milanese.

Il primo, ex sottosegretario all’economia, accusato di collusione con la camorra, viene salvato dall’arresto richiesto dalla procura di Napoli. Era il gennaio del 2009, e Cosentino viene graziato per i voti della Lega Nord e dai Radicali della Camera. E sempre dall’aula di Montecitorio viene messo al riparo dal carcere Marco Milanese. La Camera, grazie all’adozione dello scrutinio segreto, respinge l’arresto dell’ex braccio destro dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

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