Nuova udienza per il processo sulla strage di Erba, con il tribunale che dovrà pronunciarsi sulla possibile revisione del procedimento a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo. A Brescia oggi prenderanno la parola gli avvocati difensori della coppia, nell’aula della Corte d’appello. Gli avvocati illustreranno le nuove prove che, secondo loro, potrebbero comportare la revisione del processo.
Nelle scorsa udienza del primo marzo, l’Avvocato dello Stato Domenico Chiaro e il procuratore generale Guido Rispoli erano stati fermissimi nel chiedere ai giudici di dichiarare «inammissibili» le richieste di revisione della difesa e del pg di Milano Cuno Tarfusser.
Sulla testimonianza di Mario Frigerio, il superstite della strage di Erba, la difesa di Olindo e Rosa individua «fatti e omissioni gravi e anomalie gravissime». Nel corso della sua accorata arringa, l’avvocato Fabio Schembri sostiene che «Frigerio i primi i giorni non ricordava niente e non è vero che riconobbe Olindo il 26 dicembre quando era in ospedale, un periodo in cui le sue condizioni era disperate e aveva una totale mancanza di memoria. La nuova prova dimostra che in quell’occasione l’amnesia anterograda aveva raggiunto il suo apice». Schembri evidenzia che dalla consulenza emerge una «falsa memoria in seguito a un deficit cognitivo e che lui non era in grado di testimoniare»..
“Ci sono tre consulenze che descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa da quelli della sentenza – dice il legale – e rendono incompatibili Olindo e Rosa come colpevoli”. Nella strage vennero uccisi Raffaella Castagna, il suo bambino Youssef, Paola Galli, madre di Raffaella, e la vicina di casa Valeria Cherubini.
Azouz Marzouk che nella strage di Erba perse la moglie e il figlio di due anni, al suo arrivo a Brescia per l’udienza di revisione per Olindo Romano e Rosa Bazzi, ha spiegato: «Conduco questa battaglia per tutti, non posso dire se ho avuto nemici, ho vissuto in pace con tutti». L’uomo, che sostiene l’innocenza dei coniugi, ha sottolineato: «Ho letto le carte, ho visto il percorso di questi anni che confermano che qualcosa non va, sono tantissime le cose che non tornano».
Decine di persone sono in coda per poter poter partecipare all’udienza, la stessa scena era stata registrata all’esterno del Palazzo di Giustizia in occasione della prima udienza, sotto la pioggia, lo scorso 1 marzo.