Francia, il governo Meloni abbassa le orecchie e Nordio ora vuole 'ricucire'

Il ministro della giustizia del governo Meloni Carlo Nordio prende posizione dopo la crisi diplomatica con la Francia sui migranti e chiede cooperazione con Onu e Ue.

Francia, il governo Meloni abbassa le orecchie e Nordio ora vuole 'ricucire'
Carlo Nordio
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12 Novembre 2022 - 10.45


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Il governo Meloni per un giorno si è vantato dell’italica virilità che da quelle parti piace fin dai tempi del mascellone, ma poi perfino nelle terre sovraniste si devono essere accorti di aver preso una cantonata e ora abbassano le orecchie.

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 Riaprire in Europa il confronto sui flussi migratori «era inevitabile perché il problema è stato quasi sempre affrontato in termini politici, ideologici o addirittura emotivi, mentre va posto in termini razionali. Nella sola Africa vivono almeno trecento milioni di persone in stato di estremo disagio. Quante possiamo accoglierne? Tutti? O cinquanta milioni? O cinque milioni? E chi li deve accogliere? L’Italia da sola, o l’Europa? O il resto del mondo? Ecco, sul punto mi attenderei una risposta da tutti i nostri interlocutori, dalla Ue all’ONU, perché il problema è globale». 

Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio 

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I migranti «arrivano senza denari, senza lavoro, e senza prospettive – sottolinea – L’unica cosa che hanno sono i debiti contratti con gli scafisti, che non ne esigono il pagamento tramite avvocati, ma minacciando di tagliar loro la gola. Quindi per la gran parte di questi poveretti è quasi inevitabile ricorrere a finanziamenti illegali, come il piccolo spaccio di droga, i furti, e per molte donne la prostituzione». 

Le nostre carceri «sono già oltre il limite della sopportazione». Una percentuale della popolazione carceraria, talvolta fino al 50%, «è costituita da extracomunitari».

Al momento attuale «la linea del governo è sacrosanta: dobbiamo mandare a tutti il messaggio che l’Italia non è, o almeno non è più, l’unico principale stato di approdo dei migranti, che poi ne curi la permanenza». Se l’accordo di Dublino «fosse applicato davvero, i migranti raccolti dalle navi delle Ong straniere dovrebbero esser portati, magari dopo i primi soccorsi urgenti, negli stati di bandiera delle imbarcazioni, perché quello è lo Stato di primo accesso». Detto questo, «l’accordo di Dublino è stato firmato quando questa problematica era molto diversa, e può benissimo essere rivisto».

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 Con la Francia comunque, «non solo si può, ma si deve» ricucire. «Era già programmato nei prossimi giorni un mio incontro a Parigi con il mio omologo francese – ricorda – Sono certo che, anche senza entrare nel merito di questa problematica, ci intenderemo sui problemi più importanti». 

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