L'assessore leghista che uccise un immigrato rischia il processo: ma solo per eccesso di legittima difesa

Per la Procura di Pavia il colpo di pistola che uccise nella piazza di Voghera Youns El Bossettaoui, fu il risultato di un eccesso colposo di legittimo difesa dell'allora assessore leghista Massimo Adriatici

L'assessore leghista che uccise un immigrato rischia il processo: ma solo per eccesso di legittima difesa
Massimo Adriatici, assessore leghista d Voghera
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13 Ottobre 2022 - 20.26


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Non omicidio volontario ma una lettura molto più benevola.

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Per la Procura di Pavia il colpo di pistola che in un’afosa serata di luglio del 2021 uccise nella piazza di Voghera Youns El Bossettaoui, 38 anni, di origini marocchine, fu il risultato di un eccesso colposo di legittimo difesa dell’allora assessore leghista alla Sicurezza del centro del Pavese, l’avvocato Massimo Adriatici.

Così hanno deciso i pm, che hanno chiuso le indagini mantenendo l’accusa originaria, e che si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio, nonostante i legali della vittima abbiano sempre cercato di dimostrare che fosse un omicidio volontario.

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«L’autopsia ha stabilito che quel colpo è stato sparato dall’alto verso il basso – commenta uno di loro, l’avvocato Marco Romagnoli -, quindi vuol dire che l’assessore si era già rialzato e non era terra». L’esito conclusivo delle indagini dice un’altra cosa: Adriatici fu «aggredito» dall’immigrato con una «violenta manata al volto» che ne determinò «l’improvvisa caduta a terra e la perdita degli occhiali che inforcava». 

Fu «costretto dalla necessità di difendersi dal pericolo dell’offesa ingiusta provocata dall’aggressione in corso» da parte della vittima la quale «si avvicinava ulteriormente chinando il busto verso di lui per colpirlo di nuovo». Esplose quindi il colpo d’arma da fuoco con la sua pistola Beretta modello 21 calibro 22 che uccise EL Bossettaoui.

Ci fu una sproporzione tra l’offesa subita e la reazione e in questo suo errore di valutazione, probabilmente, nella valutazione dei pm, hanno avuto peso anche i trascorsi da ex poliziotto di Adriatici che, in quanto tale, forse poteva più facilmente di altri comprendere il reale pericolo che correva. Quando il gip convalidò i suoi arresti domiciliari, infatti, scrisse di «grave sproporzione tra azione e aggressione subita» valutata considerando le qualità professionali di Adriatici” dalle quali ci si doveva aspettare «un’aspettativa comportamentale proporzionalmente inversa rispetto alla condotta tenuta».

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 Il giudice sottolineava come l’allora assessore avesse l’«abitudine, come egli stesso ammise, di passeggiare tenendo in tasca o nella fondina con una pistola con il colpo in canna.

Il suo avvocato, Gabriele Pipicelli, prende atto come, all’esito di «un articolato e sereno lavoro svolto dalla Procura, la contestazione è quella di un eccesso colposo di legittima difesa» .

«Valuteremo – annuncia il legale – quali iniziative difensive intraprendere ritenuto che il nostro assistito abbia agito in un contesto di piena legittima difesa. È chiaro che in ogni caso, in questa triste vicenda, il ruolo dell’avvocato Adriatici è stato quello dell’aggredito che si è difeso».

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Il legale dei famigliari della vittima ricorda invece che il reagire con le armi «deve essere l’unica via possibile» per difendersi, mentre El Bossettaoui fu ucciso «in una piazza, con intorno della gente che poteva intervenire». Vi sono altri elementi che gli avvocati dell’immigrato sono pronti a far valere «se vi sarà un processo», dal momento che, con questa ipotesi di reato, l’ex assessore potrebbe anche patteggiare.

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