Liliana Resinovich: il giallo di Trieste è avvolto ancora nel mistero dopo molti mesi
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Liliana Resinovich: il giallo di Trieste è avvolto ancora nel mistero dopo molti mesi

Liliana Resinovich: ormai si brancola nel buio da tre mesi sulla morte della 63enne scomparsa il 14 dicembre, dall’appartamento diviso con il marito Sebastiano Visintin

Liliana Resinovich: il giallo di Trieste è avvolto ancora nel mistero dopo molti mesi
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16 Settembre 2022 - 20.57


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A Quarto Grado (e prima a Chi l’ha Visto) si è parlato ancora di Liliana Resinovich, il giallo di Trieste è ancora davanti a un bivio: si è trattato di omicidio o suicidio?

Ormai si brancola nel buio da tre mesi sulla morte della 63enne scomparsa il 14 dicembre, dall’appartamento diviso con il marito Sebastiano Visintin nel quartiere San Giovanni e ritrovata cadavere a meno di due chilometri da casa, nel parco dell’ex ospedale psichiatrico il 5 gennaio. La data di morte (presunta) che compare anche sulla lapide, al cimitero di Sant’Anna. Ma la verità è che non ci sono certezze nemmeno su questo.


La procura ha avviato un’indagine per sequestro di persona contro ignoti. “Secondo il medico-legale, non sono stati rilevati traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso. Infatti il referto autoptico attribuisce la causa della morte a “scompenso cardiaco acuto” e precisa che altri accertamenti sono in corso“, recitava un comunicato dell’11 gennaio.

Il dna di Lilly sarebbe stato trovato sugli oggetti che erano accanto al cadavere. Uno, in particolare, ha attirato l’attenzione degli investigatori. Un cordino che sarebbe stato usato per chiudere i sacchetti di plastica attorno alla testa della donna. Sullo stesso cordino, secondo indiscrezioni, ci sarebbero anche tracce di Dna maschile.

Se l’ipotesi del suicidio fin dall’inizio è stata in campo, gli amici che si rifiutano di prenderla anche solo in considerazione mettono avanti una terza via. “Lilly, che non aveva motivi per decidere di togliersi la vita, potrebbe essere morta per un attacco di cuore dopo un violento litigio”, è il pensiero di chi la conosceva dai tempi della giovinezza. Quindi una discussione fatale. Il corpo, è il ragionamento, sarebbe stato nascosto per qualche giorno, “a pochi chilometri dal parco siamo già nel Carso, dove le temperature sono sempre più basse di qualche grado.

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