Una prof propone in classe uno sketch della supereroina che sconfigge il male alzandosi la gonna: scoppia la polemica

Interpretata da Carla Signoris ai tempi dei Broncoviz, Tutta Patata è stata mostrata ai ragazzini di prima media dalla supplente di italiano. Ma la situazione è presto sfuggita di mano

Una prof propone in classe uno sketch della supereroina che sconfigge il male alzandosi la gonna: scoppia la polemica
Carla Signoris nei panni di Tuttapatata
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23 Febbraio 2022 - 09.24


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Un caso curioso ha investito una scuola di Roma, dove una professoressa ha mostrato ai suoi alunni un divertentissimo sketch del passato in cui l’attrice Carla Signoris vestiva i panni di una supereroina bizzarra.

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La particolarità risiede nel fatto che l’eroina sconfigge i criminali alzandosi la gonna e sparando lampi e fulmini proprio da lì sotto: si chiama Tutta Patata ed era appunto interpretata da Carla Signoris ai tempi del gruppo comico Broncoviz. Ma le sue eroiche gesta, mostrate da una supplente di italiano ai ragazzini di prima media dell’istituto comprensivo Bruno De Finetti a Fonte Laurentina, frazione di Roma, hanno mandato su tutte le furie i genitori.

A raccontare la vicenda è il Messaggero, secondo cui il vecchio video di Tutta Patata è stato mostrato in classe a dicembre durante una discussione su eroi e supereroi. La visione ha però provocato reazioni che sono presto finite fuori controllo: la sigla del programma tv è diventata un tormentone tra i ragazzi, ma a preoccupare sono stati comportamenti con riferimenti sessuali più o meno espliciti con i maschi che chiedevano alle compagne di alzarsi la gonna per vedere il loro superpotere in azione.

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Il tumulto non si era ancora sopito, accusano i genitori, che già la supplente era andata oltre proponendo ai ragazzi un noto sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli, “Er padre de li santi”, nel quale il poeta enumera tutti i modi con i quali si può chiamare l’organo sessuale maschile, che “se po di’ radica, ucello, cicio, nerbo, tortore, pennarolo, pezzo-de-carne, manico, cetrolo, asperge, cucuzzola e stennarello” e tanti altri. E per non farsi mancare niente, ha quindi portato come argomento di lezione anche la controparte femminile, che in un altro sonetto sempre di Belli, “La madre de le sante”, viene chiamato “vaschetta, fodero, frittella, ciscia, sporta, perucca, varpelosa, chiavica, gattarola, finestrella” e via dicendo.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, a quanto pare, è stata la richiesta ai ragazzi di “non dire niente ai genitori” in merito all’argomento delle lezioni. Richiesta che ovviamente è stata disattesa e che ha fatto scoppiare il caso. La docente, da parte sua, spiega al quotidiano che il suo intento era completamente diverso, perché “non volevo nuocere al buon nome della scuola, studiavamo gli eroi dell’antica Grecia e il mio intento forse ingenuo era far vedere che dopo Wonder Woman non esistono eroine” se non l’ormai famigerata Tutta Patata della Signoris.

I genitori, però, non ci stanno: perché anche se “la scuola è ottima”, queste “lezioni alternative” a bambini appena usciti dalle scuole elementari forse sono state una scelta azzardata. E in attesa di un incontro chiarificatore, le mamme delle ragazzine chiedono un intervento: “A 11 anni non voglio che mia figlia cresca pensando che con il potere della patata si può fare tutto”, spiega una di loro al Messaggero.

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