Il covid avanza: da lunedì altre quattro regioni in zona gialla

Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia si uniscono a Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, le Province autonome di Trento e Bolzano e la Calabria

Il covid avanza: da lunedì altre quattro regioni in zona gialla
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1 Gennaio 2022 - 16.35


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Meglio la prudenza anche perché adesso le limitazioni della zona gialla sono molto meno invasive rispetto al passato grazie ai vaccini.

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La circolazione del coronavirus in Italia è sempre più intensa, con un rapido aumento dei casi per la decima settimana consecutiva. In questo quadro in peggioramento, altre quattro Regioni (Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia) da lunedì passeranno in zona gialla 

La 4 regioni gialle da lunedì si affiancano a Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, le Pa di Trento e Bolzano e la Calabria, già in questa fascia di rischio. Mezza Italia passa quindi in zona gialla mentre l’andamento critico è fotografato e confermato dal monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Iss. L’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid continua infatti ad aumentare rapidamente: è più che raddoppiata raggiungendo 783 casi per 100.000 abitanti (24/12/2021 – 30/12/2021) contro 351 per 100.000 della scorsa settimana, mentre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18, leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente (era pari a 1,13) ed ancora sopra la soglia epidemica.

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Sono quattro le regioni dove il tasso di incidenza dei casi di Covid è sopra mille su 100mila abitanti rispetto alla media nazionale: in Umbria i casi sono 1485 per centomila abitanti, in Lombardia 1442, in Toscana 1098, in Piemonte 1021. Sempre in aumento anche il tasso nazionale di occupazione in terapia intensiva: è al 12,9% (superando la soglia di allerta fissata al 10%), mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 17,1 (rispetto alla soglia di allerta fissata al 15%). Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, inoltre, sono 14 le regioni che superano la soglia d’allerta del 10% dei posti in terapia intensiva occupati da malati con Covid-19: Abruzzo (al 12%), Calabria (15%), Emilia Romagna (14%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio (16%), Liguria (20%), Lombardia (13%), Marche (17%), Pa Bolzano (18%), Pa Trento (23%), Piemonte (16%), Sicilia (11%) e Toscana (13%), Veneto (18%). L’occupazione dei reparti, rileva Agenas, sale invece in 10 regioni: 17 superano la soglia del 15%, con la Valle d’Aosta e la Calabria al 29%.

Una situazione aggravata dalla sempre maggiore circolazione della più infettiva variante Omicron: secondo l’ultima flash survey dell’Iss, relativa al 20 dicembre, la variante Delta è ancora predominante con una prevalenza stimata al 79% e la Omicron è al 21% del campione esaminato, con una variabilità regionale tra il 3% e il 65%. La Omicron, ha evidenziato il presidente Iss, Silvio Brusaferro, è “in netta crescita, anche se con grandi differenze da regione a regione”, ma con “curve in netta crescita tra under 12 e under 20”.

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