La denuncia degli infermieri: "Complicata la convivenza con i no vax ricoverati"

Gli ospedali della Romagna sotto pressione: "Gli operatori sono stremati anche a causa dei pazienti no vax che collaborano pochissimo con casi anche eclatanti di atteggiamenti vessatori"

La denuncia degli infermieri: "Complicata la convivenza con i no vax ricoverati"
Infermieri
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21 Dicembre 2021 - 17.33


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La situazione negli ospedali italiani sta degenerando a causa di molti fattori tutti riconducibili di nuovo all’ondata di pandemia in corso, con l’aggravante che ci sono ancora meno operatori del solito per via delle sospensioni ai no vax.

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Carenza di operatori, tra positivi al Covid e sospensioni per il rifiuto a vaccinarsi da un lato; la convivenza “complicata” con i ricoverati no vax dall’altro. E tutto ciò sfocia in “un carico emotivo spesso insopportabile”.

Questa la fotografia che scatta per gli ospedali della Romagna Gianluca Gridelli del sindacato Nursing up Romagna-Imola. Al 17 dicembre, parte dai numeri, sono 106 gli operatori positivi al Covid-19, di cui 98 del comparto. Andrebbero sostituiti, ma le assenze ricadono su quelli che sono in servizio e “pare, in via ufficiosa, che l’Ausl Romagna voglia sospendere le ferie natalizie”.

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La provincia più colpita, per il tasso minore di vaccinati in generale, è quella di Rimini, aggiunge. A questi si sommano gli operatori sospesi perchè non vaccinati, 257, di cui 218 del comparto, “mai sostituiti con l’alibi che nel momento della vaccinazione vengono subito reintegrati”. Insomma, lamenta, “ci sono reparti in sofferenza e se come dice il direttore generale Tiziano Carradori il sistema tiene”, è merito del “grosso sacrificio degli operatori” in servizio.

Tuttavia i turni “massacranti” si fanno sentire e “nulla è cambiato” dall’inizio della pandemia sulla “cronica carenza di personale”. Gli operatori sono “stremati”, anche a causa dei pazienti no vax che “collaborano pochissimo”, con casi anche “eclatanti di atteggiamenti vessatori”. Comunque, sfata “chiacchiere di corridoio, non ci sono discriminazioni” nei loro confronti.

La convivenza è “complicata” coi pazienti no vax per la loro “diffidenza” e negli operatori, conclude Gridelli, c’è “stress da lavoro correlato” e “dal punto di vista psicologico un carico emotivo spesso insopportabile di cui occorre parlare a 360 gradi con l’Azienda”. L’appello finale in vista di Natale e Capodanno è a “non abbassare la guardia”.

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