Lo sfogo del primario di Pesaro contro i no vax: "Vi curo ma non parlatemi, vi disprezzo"

Il primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Pesaro Umberto Gnudi, su Facebook: "Non posso provare rispetto per chi contagia un anziano che muore boccheggiando"

Lo sfogo del primario di Pesaro contro i no vax: "Vi curo ma non parlatemi, vi disprezzo"
Umberto Gnudi
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3 Dicembre 2021 - 14.58


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Con un altro post su Facebook il primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Pesaro, Umberto Gnudi, prova a spiegare lo stato d’animo che lo ha spinto a postare un messaggio choc contro i no vax (“vi disprezzo”), suscitando una tempesta di reazioni sui social.

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“Sono medico di Pronto Soccorso e 118 da vent’anni e in questi anni ho imparato che l’empatia, la buona parola, la compassione sono esse stesse cura, spesso altrettanto efficace dei farmaci. Ma non posso provare empatia per un atteggiamento distruttivo ed egoista quale è il rifiuto ideologico del vaccino”.

“Temo che la frustrazione con la quale ho scritto il post lo abbia reso irritante per chi ha idee diverse, e di conseguenza abbia fatto sì che se ne travisasse il messaggio – ha osservato -. Chi non mi conosce deriva la sua opinione solo da quelle poche righe. Visto che il post sta girando un po’ troppo, provo a chiarire”.

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“Come medico, curo con la scienza; come uomo, guarisco assieme al paziente – ha sottolineato -. La pietas per il paziente è sempre presente e cresce esponenzialmente nel caso di persone esposte loro malgrado al virus, perché familiari più in salute hanno deciso per loro di non vaccinarle. Vedere morire boccheggiando un anziano mi fa schifo, e quando nell’ambulatorio accanto il medico che sono curerà, in scienza e coscienza, l’autore del contagio, l’uomo che sono non potrà provare rispetto per lui”.

Lo scorso anno Gnudi aveva animato delle forme di protesta con altri operatori sanitari, dopo alcune aggressioni al pronto soccorso di Pesaro. E’ anche cugino di una delle prime vittime del Covid in Italia: l’imprenditore Paolo Gnudi, morto a 50 anni nel marzo 2020 ad Anzola, dopo due settimane di malattia, senza avere altre patologie.

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