Un passo verso la civiltà: tetraplegico potrà scegliere il suicidio assistito (è il primo caso in Italia)

"Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni", ha commentato il 43enne.

Un passo verso la civiltà: tetraplegico potrà scegliere il suicidio assistito (è il primo caso in Italia)
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23 Novembre 2021 - 09.10


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Finalmente al primo posto la dignità umana e non la religione.

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Tetraplegico da dieci anni, per il 43enne Mario (nome di fantasia) è arrivato l’ok dall’Azienda Sanitaria delle Marche e potrà così accedere alla procedura per il suicidio medicalmente assistito. Il primo sì era giunto a giugno dal tribunale, poi il caso si era arenato in attesa del parere del comitato tecnico di Ancona, che ora, seguendo le indicazioni della Consulta nella sentenza sul caso del dj Fabo, è infine arrivato.

“Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”, commenta Mario, primo malato ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito in Italia, dopo aver letto il parere del Comitato etico. “Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita – rende noto l’Associazione Coscioni -. Nessuno – dice in un video – può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni”, e “condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perché si sta giocando sul dolore dei malati”.

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La battaglia di “Mario” per accedere al suicidio assistito è stata molto combattuta. Dopo il diniego dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche (ASUR), una prima e una seconda decisione definitiva del Tribunale di Ancona, due diffide legali all’Asur Marche, Mario ha finalmente ottenuto il parere del Comitato etico, che a seguito di verifica delle sue condizioni tramite una gruppo di medici specialisti nominati dall’Asur, ha confermato che possiede i requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito.


“Il comitato etico ha esaminato la relazione dei medici che nelle scorse settimane hanno attestato la presenza delle 4 condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nella sentenza Capato-Dj Fabo, ovvero Mario è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale; è affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili; è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli; e che non e’ sua intenzione avvalersi di altri trattamenti sanitari per il dolore e la sedazione profonda. E’ molto grave che ci sia voluto tanto tempo, ma finalmente per la prima volta in Italia un Comitato etico ha confermato per una persona malata, l’esistenza delle condizioni per il suicidio assistito”, ha dichiarato l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni e codifensiore di Mario.

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