Crisanti: "Fare la terza dose è una priorità, bene anche dopo 5 mesi"

Il virologo dell'università di Padova: "Ha il vantaggio di anticipare la caduta della protezione"

Andrea Crisanti, microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano
Andrea Crisanti, microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano
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19 Novembre 2021 - 16.27


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Dopo il boom di casi in Europa l’Austria corre ai ripari: la terza dose di vaccino anti-Covid sarà possibile farla già dopo 4 mesi dalla conclusione del ciclo primario di vaccinazione. Il virologo Andrea Crisanti ha commentato: “Non sono contrario a una strategia di questo tipo”.

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Perché, ha spiegato, “ha il vantaggio di anticipare la caduta della protezione. L’intervallo temporale fra vaccinazione primaria e dose booster fissato a 6 mesi dopo la seconda dose si basa sul fatto che dopo 6 mesi la protezione cala in maniera drammatica. Questo è il problema”, dice il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.

Su questo fronte – anticipare i richiami rispetto ai 6 mesi convenzionalmente indicati – diversi Paesi stanno ragionando, con la benedizione dell’Agenzia europea del farmaco Ema che ha detto di ritenere “comprensibile” una riflessione di questo tipo. In Italia fra le voci che hanno chiesto di affrontare la questione di un anticipo della terza dose al quinto mese dalla seconda c’è quella dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Ci sarebbe qualche problema di sicurezza? Cosa dicono i dati scientifici?
“Sicuramente non c’è rischio – ha risposto Crisanti – La terza dose è stata fatta ormai a milioni di persone in Israele, quindi non c’è nessun problema”.

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Dovremmo dunque anticipare le somministrazioni anche in Italia? “Il problema è che anticipare i richiami su grandi numeri significa aumentare il numero delle vaccinazioni immediatamente – osserva – Poi, fra le altre cose, non sappiamo neanche quanto dura questa terza dose in termini di protezione. Farla in un intervallo fra 5 e 6 mesi va bene”.

Quello che Crisanti tiene a ribadire è che l’importanza del richiamo: “La terza dose lo ritengo la priorità assoluta. Il resto conta pochissimo. Cambia poco farla al 5 o al 6 mese, ma è prioritario farla. E in un anticipo di questo tipo non ci vedrei niente di male. Nulla in contrario”.

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