Uccise il padre violento, il pm di Torino dà ragione al ragazzo ma ammette: "Sono costretto a chiedere 14 anni"

Il magistrato ha invitato la Corte di Assise a sollevare una questione di  legittimità costituzionale sulla norma che impedisce di concedere la prevalenza delle numerose attenuanti.

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8 Novembre 2021 - 13.15


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Il pm Alessandro Aghemo ha chiesto 14 anni di carcere per Alex Pompa, lo studente 20enne processato a Torino per avere ucciso il padre per difendere la mamma nel corso dell’ennesima lite in famiglia. Il magistrato si è però detto “costretto” a proporre una pena così elevata e ha invitato la Corte di Assise a sollevare una questione di  legittimità costituzionale sulla norma che impedisce di concedere la prevalenza delle numerose attenuanti.

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“Ossessivo e aggressivo” – La vittima, Giuseppe Pompa, 52 anni, è stata descritta come una persona “ossessiva, aggressiva, molesta e problematica”. La moglie, Maria Caiola, ha detto in aula che nelle ore precedenti all’omicidio era stata chiamata “101 volte” da lui per questioni di gelosia, aggiungendo che nei mesi lei e i figli registravano le sue continue sfuriate “perché pensavamo che ci avrebbe ammazzato”. 

Alex, che lo stesso pm ha definito “un bravo ragazzo, serio e studioso”, il 30 aprile 2020 intervenne nella lite e vibrò al padre 34 fendenti con 6 coltelli diversi. Una perizia ha definito il giovane sofferente di una sindrome post-traumatica provocata dal comportamento paterno. Secondo il pm le angherie e le vessazioni sono state “enfatizzate” durante il processo. “Giuseppe – ha osservato – si comportava in maniera ingiustificabile, ma ha pagato con la vita. Una pena più alta di quella che avrebbe meritato”. 

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“Aggravante del vincolo di parentela” – Il magistrato ha comunque aggiunto che “era l’artefice delle sofferenze del figlio” e ha chiamato in causa le attenuanti generiche e della provocazione ‘per accumulo’. “Ma il codice – ha concluso – mi impedisce di chiedere la prevalenza delle attenuanti sull’aggravante del vincolo di parentela e quindi una pena inferiore. Valutino i giudici se questa norma è ragionevole”. 

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