Palù: "L'obbligo vaccinale è un'opzione valida ma servirà tempo per formulare la legge"
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Palù: "L'obbligo vaccinale è un'opzione valida ma servirà tempo per formulare la legge"

Così il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa: anche dopo Natale "sarebbe ancora utile"

Giorgio Palù
Giorgio Palù
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3 Settembre 2021 - 12.01


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L’obbligo vaccinale anti-Covid “è sicuramente un’opzione. Esiste già l’obbligo vaccinale in Italia per 11 vaccini. Ricordo che va deciso con una legge ordinaria del Parlamento, quindi c’è bisogno di un tempo parlamentare necessario”.
Così il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, ha risposto a una domanda sulla possibilità che l’obbligatorietà a cui si è detto favorevole il premier Mario Draghi possa essere uno scenario verosimile già in ottobre.
“Quello del presidente del Consiglio – ha continuato Palù – è un ‘sì’ che apre a un’ipotesi di lavoro”.
Servirebbe infatti una legge il cui iter comporterebbe dei tempi non brevissimi, ma se anche l’obbligo dovesse arrivare dopo Natale “certamente, sicuramente, sarebbe ancora utile”.
“Ricordiamo, vorrei segnalarlo ancora una volta – ha sottolineato il numero uno dell’ente regolatorio nazionale – che tra gli over 50 abbiamo più di 4 milioni che non si vaccinano: non solo no vax, ma anche esitanti”.
E siccome i rischi maggiori connessi all’infezione da Sars-CoV-2, in termini di “morbosità e anche mortalità”, iniziano proprio da quella fascia d’età, sarebbe positivo riuscire a “mettere al sicuro questi soggetti” seppur con una “coercizione”. Il presidente Aifa ha ricordato che “il 90% dei ricoveri riguarda i non vaccinati, e in terapia intensiva il 95% sono non vaccinati”.
“Non solo nel nostro Paese”, ha precisato l’esperto, ma “già in altri si sta parlando di obbligatorietà almeno per il personale del settore pubblico: oltre a medici e sanitari, insegnanti e forze dell’ordine. L’articolo 2 della Costituzione – ha rimarcato Palù – ammette sì il diritto di rifiutare le cure, ma commisurato alle necessità della collettività”, ossia “fatti salvi i doveri politici, economici e sociali, che vuol dire salvaguardare i più deboli. Il che corrisponde anche a principi bioetici di giustizia e responsabilità”.
“Di fronte a una pandemia con 4 milioni e mezzo di morti, con 130 milioni di soggetti infettati, che ha devastato il mondo, credo che pensare a un obbligo vaccinale” contro Covid-19, “da un punto di vista scientifico, sia molto razionale”, ha detto ancora, ospite di ‘Buongiorno’.

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