Molestie e violenza privata: i genitori di Malika Chahly ora rischiano il processo

La 22enne di Castelfiorentino è stata cacciata da casa dopo aver rivelato alla sua famiglia di essere omosessuale. Le indagini sono terminate in questi giorni

Malika Chalhy
Malika Chalhy
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6 Luglio 2021 - 16.50


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E’ finita (giustamente) al centro delle polemiche in questi ultimi giorni per l’uso personale fatto della raccolta fondi organizzata da lei.

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Ma la colpa dei genitori di averla cacciata di casa rimane: uno dei tanti casi che si vedono oggi e che spronano a spingere per un decreto legge come quello Zan.

Molestie, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e violenza privata: sono i reati ipotizzati nell’avviso di conclusione indagini notificato dalla Procura di Firenze ai genitori di Malika Chahly, la 22enne di Castelfiorentino (Firenze) che sarebbe stata cacciata da casa dopo aver rivelato alla sua famiglia di essere omosessuale.
Il padre e la madre ora rischiano il processo. 

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Il quotidiano ricorda come la vicenda abbia avuto inizio nel mese di gennaio, quando la 22enne aveva scritto una lettera ai familiari per dichiarare la propria omosessualità e dire di essere innamorata di una ragazza. Il Corriere Fiorentino scrive:

A leggere per prima la lettera è la madre che invia alla figlia 30 messaggi vocali ricchi di insulti e parole dure: «Mi fai schifo, schifo, schifo!» E poi le urla :«Spero ti venga un tumore e se ti vedo ti ammazzo». È impietosa: «Sei la rovina della nostra famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica». Non risparmia nemmeno la fidanzata di Malika: «Non mi portare a casa quella p… perché le taglio la gola».

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero della Procura di Firenze Giovanni Solinas, era stata aperta in seguito alla denuncia presentata da Malika Chalhy. 

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