Potere, corruzione, cordate: ecco perché la riforma di Francesco sulla Curia è indispensabile
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Potere, corruzione, cordate: ecco perché la riforma di Francesco sulla Curia è indispensabile

Quanto disse il Papa in occasione di un suo memorabile discorso sulle possibili malattie curiali (tra le quali l’alzheimer spirituale) indica i rischi che esistono

Papa Francesco
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

3 Luglio 2021 - 19.48


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Il sito della Santa Sede, Vatican News, apre la sua edizione odierna così: “Chiusa linchiesta vaticana sul palazzo di Londra: a processo dieci persone.” Tra di loro anche un importante cardinale che ha occupato a lungo incarichi di primissimo piano nella Segreteria di Stato del Vaticano. Non mi piace fare nomi e non ne faccio perché qui intendo trattare solo del significato di questo sviluppo di una complicatissima vicenda, lo scandalo  relativo all’acquisto di un immobile londinese che ospitò i famosi magazzini Harrods. 
Più che nel suo tortuosissimo sviluppo, con tantissimi reati ipotizzati dagli inquirenti e molti soldi persi dal Vaticano, la vicenda infatti merita di essere trattata da chi di finanza non ne sa nulla come me per capire cosa significhi per la Santa Sede. Questo può essere fatto scrutando anche superficialmente tre evidenti punti di rilievo. Il primo è che lo scandalo è stato indicato dall’interno del Vaticano, per una segnalazione effettuata dallo IOR; questo vuol dire che le riforme nel segno della trasparenza funzionano, possono funzionare? 

Il secondo elemento è che per la prima volta figura coinvolto un cardinale. Questo vuol dire che si sta andando verso un sistema che, fatta salva ovviamente la presunzione d’innocenza, non ha più intoccabili? La decisione di coinvolgere il cardinale è stata autorizzata da Francesco, ma ancora ai tempi di Benedetto il caso del “corvo” ebbe due livelli: il processo pubblico, quello a noi tutti noto, e quello segreto, affidato a tre cardinali da Benedetto perché solo loro, su incarico del papa, potevano porre domande ad altri cardinali. I risultati di quell’indagine cardinalizia sono noti solo a Benedetto, che li ebbe dai tre cardinali incaricati, ed a Francesco, che dopo l’ elezione li ebbe dal suo predecessore. 

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Il terzo livello è un’ulteriore riforma già avvenuta. Non c’è più un fondo per le emergenze nella disponibilità della Segretaria di Stato, come era fino a questa nuova vicenda. Tutto è stato concentrato nelle mani della struttura competente, l’Apsa. Sono possibili dunque riforme efficaci in Vaticano? E’ possibile un efficace sistema di responsabilità? 

Il motivo per cui questa vicenda ha avuto tanto rilievo è molto semplice: per un’operazione finanziaria sono stati usati fondi nella disponibilità del papa per le sue opere di carità. Il dato è rilevante, può ovviamente sorprendere, ma nessuno può fingere di non sapere che anche somme non ingenti non vengono più  tenute “a dormire su un conto corrente”: nessuno lo fa neanche per somme che magari riceve per via di una piccola eredità. Dunque tutelare il valore patrimoniale di quanto si ha è una necessità diffusa, a tutti nota. Questa necessità passa dalla necessità di  tutelare il valore reale di quanto è nella disponibilità per opere di bene e che per questo viene donato al Pontefice. Il punto è che se questa esigenza normale entra in contatto con un ambiente che per storia e natura si tiene lontano dai normali controlli si rischia necessariamente di andare incontro a situazioni opache. Se poi ci si trova in ambienti privi della naturale turnazione di incarichi per il carattere stesso della Curia Romana, questa opacità può diventare endogena e può accavallarsi ad altre opacità. 

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I nomi e le indiscrezioni su questa vicenda indicano poi la tendenza ad affidarsi a tecnici e operatori da parte di chi probabilmente tecnico e operatore non è, e la necessità di riservatezza può indurre a cercare tra ambienti ritenuti affidabili e che poi magari tali non si dimostrano.  Accanto a questo sussiste certamente un’opacità naturale per quelli che tutti chiamano i Sacri Palazzi, refrattari a rendere evidente ciò che li rende “umani”. 

Sono questi gli elementi che rendono importante questa vicenda sia che abbiano ragione gli inquirenti sia che abbiano ragione quelli che parlano di “abbaglio”. Se da una parte ci sono certamente i giochi di potere, le scalate, anche la corruzione, dall’altra ci sono le controcordate, le accuse infondate, le chiacchiere. Tutto questo c’è ovunque e anche nei Sacri Palazzi e quanto disse Francesco in occasione di un suo memorabile discorso sulle possibili malattie curiali (tra le quali l’alzheimer spirituale) indica i rischi che esistono. E’ per questo che la riforma oltre che indispensabile è anche difficilissima. La scommessa di Benedetto prima e ora di Francesco è confortata dal dato che tutto sia nato all’interno del Vaticano, per i meccanismi introdotti dalla riforma. Ma che questo voglia dire che si è trovata la quadratura del cerchio è presto per dirlo. Il cammino è lungo e la risposta alle domande si troverà solo nel tempo. 

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