Uccide la moglie e tenta di strangolare il figlio: ennesimo femminicidio nel milanese
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Uccide la moglie e tenta di strangolare il figlio: ennesimo femminicidio nel milanese

Jaime Moises Rodriguez Diaz avrebbe detto al ragazzo: "Ho ucciso tua madre e ora tocca a te", ma il 23enne è riuscito a salvarsi. L'uomo è già recluso a San Vittore

Femminicidio ad Arese (Milano)
Femminicidio ad Arese (Milano)
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20 Giugno 2021 - 14.15


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Sfiorata la tragedia familiare ad Arese, nel milanese, dove ieri Jaime Moises Rodriguez Diaz, 41enne messicano subito arrestato e recluso nel carcere di San Vittore, ha ucciso la moglie e dopo ha cercato di strangolare anche il figlio 18enne.

L’uomo, dopo l’assassinio della donna nel soggiorno della loro casa avrebbe detto al ragazzo: “Ho ucciso tua madre e ora tocca a te”.

Poi avrebbe cercato di strangolarlo con una cintura di nylon. Il giovane è riuscito a difendersi.

Il 41enne, dipendente della Nestlè e arrivato in Italia un mese fa con la famiglia dal Messico, dopo aver ucciso la moglie, probabilmente soffocandola con un cuscino, si sarebbe recato nel soggiorno di casa dove il figlio maggiorenne dormiva su un divano letto.

Il 18enne, ancora nel dormiveglia, si sarebbe trovato il padre seduto vicino che chiedeva di parlare con lui. Al rifiuto del ragazzo, l’uomo, sarebbe andato nella sua camera da letto per poi ritornare in sala con una cintura di nylon. 

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“Ho ucciso tua madre e ora tocca a te”, avrebbe detto al 18enne che fortunatamente è riuscito a opporre resistenza e a salvarsi.

Probabilmente per lo sforzo e lo spavento è svenuto a terra e si è ripreso solo quando sono arrivati i militari e i soccorsi. Tra i due c’erano spesso attriti e il rapporto era difficile.

Rodriguez Diaz, l’autore del femminicidio, avrebbe detto anche agli altri due figli di aver ucciso la loro mamma, Silvia Susana Villegas Guzman, con cui spesso litigava poiché non riusciva a frenare i propri comportamenti dispotici e autoritari.

Dopo di che l’uomo si è chiuso in bagno e con un coltello da cucina si è inflitto alcune ferite agli avambracci e due ferite da punta e taglio sotto il costato destro.

Ricoverato all’ospedale di Garbagnate nel tardo pomeriggio di sabato è stato dimesso con 10 giorni di prognosi e trasferito nel carcere milanese di San Vittore.

A chiarire l’orario e le cause esatte della morte della donna sarà l’autopsia subito disposta dal pm Tarzia e che si terrà nei prossimi giorni.

Il pm inoltre lunedì inoltrerà al gip la richiesta di convalida dell’arresto per omicidio e tentato omicidio dell’uomo che non ha risposto alle domande degli investigatori.

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