AstraZeneca rifiutato dal 90% degli over 60 in Liguria, nel Lazio invece...
Top

AstraZeneca rifiutato dal 90% degli over 60 in Liguria, nel Lazio invece...

Nel Lazio 1 su 10 non vuole il mix: diffidenza nei confronti della vaccinazione eterologa.

Vaccino
Vaccino
Preroll

globalist Modifica articolo

17 Giugno 2021 - 07.27


ATF

Non sono bastate le rassicurazioni dal governo sul vaccino AstraZeneca, sconsigliato agli under 60.

I numeri sono eclatanti: “Fra il 93 e il 95 per cento degli over 60 in Liguria ha rifiutato dopo il 9 giugno AstraZeneca nonostante le indicazioni del ministero e del Cts siano rassicuranti per questa fascia di età”.

Ad influire sulla scelta non ci sia solo il cambiamento di indicazioni da parte degli enti sanitari (“prima ‘raccomandato’ solo per i giovani, poi per gli anziani, poi aperto a tutti, infine vietato agli under 60”), ma anzitutto la vicenda di Camilla Canepa, 18enne genovese morta nove giorni dopo avere ricevuto il vaccino anglo-svedese. 

Intanto i periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Genova continuano il loro lavoro per accertare le circostanze della morte della ragazza e chiarire se davvero fosse portatrice di una patologia relativa alla carenza piastrinica e ne fosse a conoscenza.

Ma “anche Johnson&Johnson che riscuoteva un certo successo per il vantaggio di essere somministrato con una sola dose segna il passo”, scrive il Corriere. 

Nel Lazio, invece, sembra esserci diffidenza nei confronti della vaccinazione eterologa. Secondo i dati diffusi ieri, sono stati oltre 8mila le seconde dosi effettuate con Pfizer o Moderna ad under 60 vaccinati con una prima dose di Astrazeneca.

C’è però chi vorrebbe completare il ciclo vaccinale con lo stesso vaccino. E così 1 cittadino laziale su 10 rifiuta il vaccino eterologo.

L’’assessore alla Sanità e Integrazione socio sanitaria Alessio D’Amato dice:

“Vogliamo siano dissipati tutti i dubbi. Riceviamo fiumi di lettere da cittadini informati, di livello culturale medio alto, specie insegnanti e docenti universitari tra 50 e 60 anni, che vorrebbero non cambiare vaccino e mantenersi su Vaxzevria (AstraZeneca) in quanto non sono convinti che il mix sia sicuro. Non si possono trascurare le loro obiezioni, sono circa il 10 per cento dei vaccinandi. La maggior parte dei richiami è stata eseguita utilizzando PfizerBioNTech, come prescrive il ministero. Ma questi casi come li risolviamo?”.

D’Amato prosegue:  “La circolare del ministero e la determina di Aifa sono discordanti. La prima è perentoria, la seconda è possibilista, basta leggere bene l’articolo 2: non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare avvalendosi del meccanismo dell’off label (prescrizione non contenuta nel bugiardino). Oppure dobbiamo ricorrere all’obbligo? L’obbligo è un errore”.

“Meglio dare una doppia dose di Vaxzevria a chi la chiede, dietro la sottoscrizione di uno specifico consenso informato, che negare la seconda dose, azzardo oltretutto pericoloso visto che se la profilassi non viene completata c’è il rischio di essere infettati dalla variante Delta, la cosiddetta indiana”, sottolinea l’Assessore. 

E poi ci sono i medici che chiedono come comportarsi: “Hanno paura di essere denunciati se dispensano un tipo di vaccino diverso da quello richiesto o viceversa. Anche loro devono poter lavorare in serenità”.

 

Native

Articoli correlati