Fu il "Bimbo zero" dei Diavoli della Bassa Modenese: "Mi sono inventato tutto"
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Fu il "Bimbo zero" dei Diavoli della Bassa Modenese: "Mi sono inventato tutto"

Davide, ora 31 anni, fece partire l'inchiesta per varie famiglie nel 1997: "Ho raccontato loro quello che volevano sentire"

Davide, il "Bimbo Zero" dei Diavoli dell Bassa Modenese
Davide, il "Bimbo Zero" dei Diavoli dell Bassa Modenese
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14 Giugno 2021 - 07.16


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Di questa storia si è parlato è scritto molto: servizi su servizi, un podcast, e adesso una serie a puntate.

Era il 1997, molto prima di Bibbiano, quando un bambino iniziò a raccontare gli abusi subiti in famiglia e addirittura i riti satanici fatti di stupri e omicidi.

Un caso quello scoppiato a Massa Finalese, in provincia di Modena, che sconvolse l’opinione pubblica e che portò i servizi sociali a togliere alle famiglie di origine almeno 16 bambini.

Nessuno di loro tornò alla propria casa, alcune delle persone coinvolte sono state condannate e altre assolte. E ora la verità: le accuse erano state tutte inventate da un bambino che, pressato dai genitori (adottivi) e dagli psicologi, ora ammette: “Ho raccontato quello che volevano sentirsi dire”.

Davide, 31 anni, ha da poco incontrato i suoi fratelli naturali Ivan, 45 anni, e Debora, 42, che non vedeva da 24 anni. Cioè  da quando, all’età di 7 anni, venne allontanato da casa dai servizi sociali e affidato a un’altra famiglia nel Reggiano. “È stata una emozione fortissima – dice – Papà e mamma purtroppo non ci sono più, ma almeno ho due fratelli, ed è stato bellissimo rivederli. Ora non ci lasceremo mai più”.

Le prime pressioni psicologiche – Tutto iniziò nell’estate del 1997. Davide era stato allontanato dalla famiglia naturale perché erano indigenti. Ogni tanto però tornava da loro per qualche giorno.

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Durante uno di questi rientri Davide vide la mamma naturale molto triste e questa cosa lo rabbuiò. Un cambiamento notato da quella che poi diventerà la madre adottiva che iniziò a pressarlo con domande su presunti maltrattamenti.

“Ha insistito tanto che alla fine le dissi di sì. Anche perché avevo paura di essere abbandonato, se non la avessi accontentata. Senza rendermi conto delle conseguenze di quello di quello che stavo facendo”, ha ora detto Davide.

“Volevano sentirsi dire che mi maltrattavano” – Una pressione che si è ripetuta anche con gli psicologi intervenuti in questa brutta storia: “La psicologa e le assistenti sociali che mi seguivano iniziarono a martellarmi di domande. Ricordo diversi colloqui anche di 8 ore. Non smettevano finché non dicevo quello che volevano loro. Mi chiesero di dire dei nomi e io inventai dei nomi a caso, su un foglio. Per disperazione. Ho inventato che mio fratello aveva abusato di me, che c’erano delle persone che facevano dei riti satanici. Ma non c’era nulla di vero. Mi sono inventato tutto. Perché se dicevo che stavo bene non mi credeva nessuno. A forza di insistere ho detto quello che si volevano sentir dire”.

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Le altre testimonianze – Una storia che fu confermata anche da altri bambini, probabilmente sottoposti allo stesso “trattamento” subito da Davide. Ma come può un bambino di 7 anni inventarsi stupri, riti satanici e addirittura omicidi? “Vi assicuro che dopo determinate domande un bambino dice quello che vuoi. Se a un bambino dici dieci volte che i genitori facevano cose brutte, alla fine lui dice, sì, facevano cose brutte”, risponde Davide.

L’inchiesta portò a condanne (ma anche ad assoluzioni). Il fratello di Davide finì in carcere (“in realtà eravamo molto legati, avevamo un ottimo rapporto, non riesco ad accettare di aver detto queste cose sulla mia famiglia: mi dispiace tanto”, dice oggi Davide), come anche i suoi genitori che ora non ci sono più, si ammalarono in cella.

I ricoveri e il medico di Bibbiano – Davide è stato anche ricoverato in questi anni. “Mia madre (quella adottiva ndr) mi ha portato anche dallo psicologo Claudio Foti, a Bibbiano. Anche lui ha provato a farmi dire che avevo subito gli abusi. E di stare lontano dai giornalisti – dice Davide -. Nel mio ultimo ricovero sono entrato volontariamente. Perché io continuavo a dire che quegli abusi non erano mai avvenuti mentre la mia madre adottiva continuava a dire che invece erano avvenuti e che dovevo farmi curare. Non sapevo dove sbattere la testa e ho chiesto di essere ricoverato per qualche giorno. Ma invece mi hanno tenuto 41 giorni contro la mia volontà. Un avvocato mi ha aiutato a uscire”.

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Ma se è stato tutto inventato da un bambino, perché ancora oggi alcuni dei bimbi coinvolti in quella inchiesta confermano le accuse? Davide ha una sua idea: “Perché nelle loro menti si è ormai creato un falso ricordo. O perché è difficile raccontare la verità adesso, dopo tanti anni. Hai paura che se la possano prendere con te per tutte le bugie che hai detto. Anche io avevo paura di dire la verità”. Ma ora Davide invita tutti a non avere paura “siamo tutte vittime”, dice ancora.

“Ora sono contento, rivedo i miei fratelli e non ero così felice da tanto tempo, da quando avevo 7 anni”, conclude Davide.

 

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