Di Matteo dopo la scarcerazione: "Se dovessi incontrarlo, non so che cosa potrebbe accadere”
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Di Matteo dopo la scarcerazione: "Se dovessi incontrarlo, non so che cosa potrebbe accadere”

Santino Di Matteo ha commentato la scarcerazione di Giovanni Brusca, l’uomo che ha fatto sciogliere nell’acido suo figlio Giuseppe, 13 anni, per vendetta contro di lui, pentito di mafia

Giovanni Brusca
Giovanni Brusca
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1 Giugno 2021 - 07.50


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Santino Di Matteo, in un’intervista al Corriere della Sera, ha commentato la scarcerazione di Giovanni Brusca, l’uomo che ha fatto sciogliere nell’acido suo figlio Giuseppe, 13 anni, per vendetta contro di lui, pentito di mafia.  
“Io vado a testimoniare ai processi per dire quello che so. Ma a che cosa serve se poi lo stesso Stato si lascia fregare da un imbroglione, da un depistatore?”.
Ancora Di Matteo: ″Non trovo le parole per spiegare la mia amarezza. A chi devo dirlo? È passato meno di un anno da quando avevano liberato un carceriere di mio figlio, a Ganci, il paesino delle Madonie, uno dei posti del calvario. Ma la verità è che tutti i sorveglianti e gli aguzzini della mia creatura sono liberi. Tutti a casa. E ora va a casa pure il capo che organizzò e decise tutto. Lo stesso boia di Capaci. Si può dire boia? Lo posso dire io?” 
Ha poi proseguito: “La legge non può essere uguale per questa gente. Brusca non merita niente. Oltre mio figlio, ha pure ucciso una ragazza incinta di 23 anni, Antonella Bonomo, dopo avere torturato il fidanzato. Strangolata, senza motivo, senza che sapesse niente di affari e cosacce loro. Questa gente non fa parte dell’umanità”.
Santino Di Matteo ha aggiunto che ”’u verru, cioè il maiale, come chiamavano Brusca, conosceva Giuseppe, mio figlio, da bambino. Ci giocava insieme con la play station. Eppure l’ha fatto sciogliere nell’acido. E questo orrore si paga in vent’anni? Io non posso piangere nemmeno su una tomba e lui lo immagino pronto a farsi una passeggiata. Magari ad Altofonte. O in un caffè davanti al Teatro Massimo di Palermo. Mi auguro di non incontrarlo mai, come chiedo al Signore. Se dovesse succedere, non so che cosa potrebbe accadere”.

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