Il padre di Saman dal Pakistan: "Ho sentito mia figlia, è in Belgio"
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Il padre di Saman dal Pakistan: "Ho sentito mia figlia, è in Belgio"

Shabbar Abbas rintracciato telefonicamente nega tutto ma resta vago sulle indicazioni per rintracciare la ragazza

Shabbar Abbas
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30 Maggio 2021 - 08.36


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Shabbar Abbas, padre di Saman, era stato indagato per omicidio dalla procura di Reggio Emilia dopo la scomparsa della figlia che si era opposta a un matrimonio combinato.
L’uomo è stato raggiunto telefonicamente dal ‘Resto del Carlino’ di Reggio Emilia in Pakistan, dove si trova dall’inizio di maggio ed ha detto di aver sentito telefonicamente la figlia: “Mia figlia Saman è viva, l’ho sentita l’altro ieri. È in Belgio e sta bene. Il 10 giugno torno in Italia e spiego tutto ai carabinieri”.
Nella telefonata Shabbar Abbas ha poi negato che la figlia abbia un cellulare con sé. “L’ho sentita su Instagram – se volete provo a dirle di chamarvi, ma non so… Anche lei è preoccupata, quando l’ho sentita pure lei aveva visto le notizie su Facebook. E le ho detto di tornare in Italia per raccontare tutto. Lei era già andata in Belgio un’altra volta, l’anno scorso. Non so se torna”.Saman, in effetti, si era rifugiata in Belgio già una volta, nel 2020, sempre per sfuggire al matrimonio combinato. “Non è un mio parente quello che la ospita – ha detto ancora il padre, senza fornire altri dettagli, né un contatto diretto con Saman – È un ragazzo che sta a Bruxelles”.
Non solo i genitori e lo zio, ma anche due cugini di Saman Abbas potrebbero essere coinvolti nella vicenda.
Ne è convinta la procura di Reggio Emilia che coordina i carabinieri in un’indagine per omicidio e che li ha riconosciuti nelle immagini di videosorveglianza della cascina agricola dove viveva la famiglia.
Se i genitori e lo zio, indagati da giorni per la sparizione, hanno infatti preso un volo per il Pakistan dall’aeroporto di Malpensa, non risulta che i due cugini si siano imbarcati e potrebbero, quindi, ancora essere in Italia.
I carabinieri li stanno cercando perché la loro testimonianza potrebbe essere decisiva per dare qualche risposta. Sono infatti stati visti la sera precedente all’ultimo avvistamento di Saman uscire da un capannone con attrezzi da lavoro.
Lo zio e i genitori sono partiti i primi di maggio, al datore di lavoro non hanno dato preavviso e hanno giustificato la loro partenza con un problema di salute di una loro familiare in Pakistan. Su quel volo, però, non c’era Saman.
Su di loro pende già una rogatoria internazionale. Nella cascina di Novellara, intanto, proseguono le ricerche.
Prima della dichiarazione del padre, nessuno sapeva dove fosse la ragazza, con le ipotesi anche peggiori formulate dagli investigatori.
Si stanno cercando di ricostruire anche quelli che, se Saman è stata uccisa, sarebbero stati i suoi ultimi giorni: da quando ha lasciato la comunità protetta del Bolognese dove da mesi si trovava per sfuggire a una famiglia che voleva farla sposare con un cugino, probabilmente per prendere alcuni documenti e costruirsi una vita di libertà, visto che era appena diventata maggiorenne, a quando è scomparsa.
Novellara, centro agricolo della Bassa reggiana che da decenni attira manodopera per il lavoro nei campi da molti paesi (c’è, ad esempio una delle comunità sikh più grandi d’Europa) è un paese sconvolto per una vicenda dai contorni ancora da chiarire.

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