Sciopero a Ravenna: "Non imbarchiamo armi per Israele"

Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti provinciali hanno proclamato l'astensione il 3 giugno: "Non saremo complici di quel tragico conflitto"

Porto di Ravenna
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25 Maggio 2021 - 14.40


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Dopo il rifiuto dei portuali a Livorno di imbarcare armi per il conflitto israelo-palestinese, la storia si ripete: questa volta a Ravenna, dove è andato in scena uno sciopero per andare contro il trasporto di materiale bellico per Israele, con l’organizzazione di un presidio.

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Un esempio di solidarietà e protesta contro i metodi spicci della destra israeliana ora al governo che usa la forza in maniera spropositata contro un nemico che non può permettersi grandi spese militari: insomma, si tratta di un conflitto impari.

Visto che hanno saputo che il 3 giugno nel porto di Ravenna una nave imbarcherà armi dirette ad Ashdod e che c’è la possibilità che quel materiale “possa essere adoperato per alimentare una guerra che ha già mietuto centinaia di vittime tra cui bambini, donne e anziani e migliaia di feriti, soprattutto civili”, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti provinciali proclamano uno sciopero proprio per quella giornata.

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Perché “i lavoratori del porto di Ravenna sentono la responsabilità morale di fare quanto sia nelle proprie possibilità per testimoniare il proprio impegno a favore della pace e si rifiutano di essere in qualsiasi modo complici di quel tragico conflitto o della messa in pericolo del fragile cessate il fuoco in corso”.

Ad annunciarlo, appunto, le segreterie provinciali dei sindacati dopo che sono venute a conoscenza che il 3 giugno la nave Asiatic Liberty dell’armatore Zim, ormeggerà alle banchine in concessione alla società Tcr per imbarcare, “tra l’altro, uno o più contenitori contenenti materiale ad uso bellico destinato al porto israeliano di Ashdod”.

Ma i sindacati “nel rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione, sono contro l’uso della guerra come strumento per dirimere i conflitti e aderiscono all’appello del Santo Padre ‘affinché israeliani e palestinesi cerchino la strada della pace'”.

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Da qui la protesta dei lavoratori della Cooperativa portuale e di quelli di Trc per il 3 giugno “relativamente ed esclusivamente a qualsiasi operazione o pratica amministrativa relativa all’imbarco di container contenenti materiali bellici destinati a qualunque delle parti in causa dell’attuale conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza”.

Nella stessa giornata, all’ora prevista per l’arrivo dei container, i lavoratori della Cooperativa Portuale e del Terminal Trc organizzeranno un presidio di protesta nel parcheggio davanti al Terminal.

“Il mondo del lavoro e i lavoratori del porto di Ravenna vogliono contribuire, con questo atto concreto, alla ricerca di una soluzione al conflitto che crei le condizioni durature per la pace tra i popoli israeliano e palestinese e per il loro diritto a vivere pacificamente in un proprio stato libero”, mandano a dire le sigle sindacali.

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