Caso Grillo, la presunta vittima di stupro ai pm: "Non riuscivo a reagire. Mi sono sentita morire"

Le risposte di Silvia, la ragazza italo-norvegese, al procuratore capo di tempio Pausania: "Una serata così confusa non l’ho mai vista. Non ce l'ho fatta più a reagire"

Ciro Grillo
Ciro Grillo
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25 Maggio 2021 - 07.34


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Inizia con “Avrei voluto urlare, ma non riuscivo” la ricostruzione fatta da Silvia, la ragazza italo-norvegese che accusa di violenza di gruppo Ciro Grillo, figlio di Beppe, insieme agli amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. I fatti sarebbero nel luglio 2019 nella villa di Grillo, in Costa Smeralda. 

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Il Corriere della Sera riporta le parole pronunciate dalla giovane davanti al procuratore capo di tempio Pausania Gregorio Capasso e alla sua sostituta Laura Bassani.
“Perché non riuscivi ad urlare durante la violenza?”, le chiedono.

“Perché, cioè, ero…più concentrata a tirarlo via o comunque… sì, poi c’erano anche gli altri. Ero in una situazione un po’ che mi vergognavo… Non lo so…”

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Il presunto stupratore – ha ricostruito Silvia – ha abusato di lei prima in una camera e poi nel bagno. La giovane ha affermato di aver provato a scappare, ma che gli altri ragazzi “facevano da barriera”. La ricostruzione prosegue:

Il ragazzo che aveva abusato di lei l’ha trascinata in bagno ed ha continuato a porta chiusa.
Il procuratore è tornato sul punto: “E anche lì non sei riuscita a reagire? Anche richiamando l’attenzione…”. “No.. c’era una confusione allucinante”.

Silvia sostiene che il 17 luglio 2019 sarebbe stata abusata prima da Francesco Corsiglia e, dopo un paio d’ore, da Ciro, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. Ancora secondo il racconto nella villa era presente anche una sua amica, Roberta, che però durante i presunti fatti dormiva. Ricostruendo quegli attimi, la ragazza ha detto:

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“Io in quel momento mi sentivo quasi come arresa…”. “Perché non è scappata?”, le chiedono. Lei: “Prendi e te ne vai.. sì, ok. però io avevo sotto la mia responsabilità Roberta, perché era mia ospite in Sardegna, no?”.

Silvia ha affermato inoltre di essere stata a bere vodka:

“Uno mi ha preso per i capelli e mi hanno messo la bottiglia in bocca” la pm ha obiettato: “E tu le mani dove ce le avevi?”.
“Le mani ce l’ho giù. No, non ho reagito”. “Come mai?”. “Mi sono lasciata andare un po’ per paura… un po’ perché non ci capivo più niente… Una serata così confusa non l’ho mai vista […] In quel momento mi volevo lasciar andare e… Mi sentivo morire. In più, cioè ero come… lascia fare quello che vogliono… non ce la faccio più a reagire”.

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