Ripetiamo con Mattarella: “Chi non è contro la mafia, è complice”
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Ripetiamo con Mattarella: “Chi non è contro la mafia, è complice”

La magistratura deve ricercare la verità, senza tollerare zone d’ombra, né dividersi in manovre di potere che ne screditano la funzione e l’immagine nei confronti di tutti i cittadini.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella
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Nuccio Fava Modifica articolo

24 Maggio 2021 - 18.01


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di Nuccio Fava

È una bella domenica di Pentecoste e non sono pochi i turisti che nella splendida cornice del lago Maggiore desiderano ammirare lo splendido panorama dall’alto.
La funivia col suo colore rosso attende i turisti che desiderano raggiungere la vetta del Monterone per osservare il panorama più ampio.
All’improvviso lo schianto. Cede il cavo principale della funivia o altro incidente meccanico e la cabinovia si blocca e precipita verso il basso tra gli alberi del fitto bosco sottostante bloccata da alcuni tronchi più grossi.
Non si salva nessuno, tranne 2 bambini estratti ancora vivi dalle lamiere. Uno di loro non sopravvive all’ospedale di Torino, dove è ricoverato con l’altro fratellino in gravi condizioni, ma ancora in vita, intubato nel reparto di chirurgia pediatrica e dove i sanitari tentano in ogni modo di salvarlo.
L’emozione attraversa tutto il paese e i rappresentanti delle più alte istituzioni inviano i loro messaggi di vicinanza alle famiglie con la forte richiesta che emergano con chiarezza le responsabilità. 
È singolare purtroppo che una simile catastrofe coincida con la prima giornata di allentamento delle restrizioni anti covid e mentre gli italiani si accingevano a godere delle maggiori opportunità di svago e di intrattenimento, specie all’aperto.                              Nelle stesse ore il presidente della Repubblica ricordava a Palermo l’anniversario dell’assassinio del giudice Falcone colpito dalla mafia, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta mentre rientrava a Palermo dopo l’arrivo all’aeroporto.
La strage di Capaci resta una delle pagine più tremende ed oscure della storia non solo della mafia siciliana ma delle insufficienze e criticità dello Stato.
La magistratura deve con maggiore efficacia ricercare la verità, senza tollerare zone d’ombra ,né dividersi in manovre di potere e di schieramenti che ne screditano la funzione e l’immagine nei confronti di tutti i cittadini.
“Chi non è contro la mafia, è complice” ha affermato il presidente della Repubblica accompagnato da forti applausi da parte di tutti i giovani presenti mentre in contemporanea sventolavano sui balconi i lenzuoli bianchi con i nomi di Falcone e Borsellino.
Non sorprende questa capacità e immediatezza con cui giovani esprimono consenso e partecipazione a quello che si può senz’altro considerare impegno civile e volontà di riscatto analogo pur senza confondere la grande diversità delle situazioni alla partecipazione non solo emotiva per le sciagure e le improvvise catastrofi che si abbattono in varie zone del paese.
Forse queste energie presenti nel tessuto profondo della società italiana andrebbe maggiormente valorizzato e compreso dalle forze politiche, dallo stesso Parlamento e dal governo.
Non ovviamente per strumentalizzarlo e farne un possibile terreno di caccia per una ricerca di consenso elettorale, ma per indirizzarlo verso una maggiore concordia e solidarietà dell’intera comunità nazionale.

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