Stordisce con un ansiolitico e stupra una studentessa: arrestato un imprenditore farmaceutico

Ora l'uomo è accusato di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate

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22 Maggio 2021 - 09.10


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Un 50enne, amministratore unico di una nota azienda farmaceutica milanese è stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate.
Le indagini sono partite il 28 marzo a seguito della denuncia di una studentessa di 21 anni, che aveva raccontato di essere stata invitata dall’uomo a un incontro di lavoro per uno stage e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè.
Il racconto della giovane
La ragazza ha raccontato di essersi risvegliata presso la propria abitazione, ancora stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente. 
Le indagini
Le indagini dei militari sono state coordinate dal Dipartimento “Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli” della Procura di Milano, in particolare dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo. 
La perquisizione
Nel corso della perquisizione in casa dell’uomo erano state trovate, nascoste in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni di “Bromazepam”, un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine.
I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Porta Monforte in collaborazione con quelli del Nucleo Investigativo di Milano, hanno accertato, grazie all’analisi dei tabulati telefonici, delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza e dei dati gps registrati dallo smartwatch della ragazza e con accertamenti su vari telefoni e computer utilizzati dall’imprenditore, che l’uomo il 26 marzo dopo aver invitato la vittima a una finta riunione di lavoro, le aveva somministrato, mescolandola con un caffè e un succo d’arancia, un’elevata dose di benzodiazepine, provocandole un’intossicazione con avvelenamento.
Gli abusi e le foto
Questo, spiegano i militari, “per privarla della libertà personale, trattenendola presso la propria abitazione contro la sua volontà fino al mattino seguente, porla in uno stato di incapacità di volere e di agire per abusarne e fotografarla”. 
L’uomo voleva screditare il racconto accusando la ragazza di estorsione
L’uomo, preoccupato dall’esito della perquisizione e dalle indagini aveva addirittura tentato di crearsi un alibi, consigliando familiari e amici a rendere dichiarazioni compiacenti e accusando la studentessa e la sua famiglia di tentare un’estorsione ai suoi danni.
Accertamenti su altre donne sono in corso altri accertamenti per identificare altre donne che, in passato, potrebbero aver subito abusi sessuali da parte dell’indagato con lo stesso modus operandi.
Per questo, i carabinieri invitano coloro che abbiano incontrato l’imprenditore, accusando poi uno stato d’incoscienza, a contattare immediatamente i carabinieri della Compagnia Milano Porta Monforte.

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