Il Papa gela i razzisti sui migranti (e non solo): "Il futuro delle nostre società è a colori"

Il messaggio di Bergoglio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Papa Francesco
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6 Maggio 2021 - 15.40


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Papa Francesco, in onore della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (26 settembre), ha scritto un messaggio di speranza auspicando ad un futuro migliore e colorato, “arricchito dalla diversità e dalle relazioni interculturali”.

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“A tutti gli uomini e le donne del mondo va il mio appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso”, ha continuato Jorge Mario Bergoglio.
“Il futuro delle nostre società è un futuro ‘a colori’, arricchito dalla diversità e dalle relazioni interculturali. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace”.

“Mi è particolarmente cara – ha proseguito il pontefice argentino – l’immagine, nel giorno del ‘battesimo’ della Chiesa a Pentecoste, della gente di Gerusalemme che ascolta l’annuncio della salvezza subito dopo la discesa dello Spirito Santo: ‘Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio’. È l’ideale della nuova Gerusalemme, dove tutti i popoli si ritrovano uniti, in pace e concordia, celebrando la bontà di Dio e le meraviglie del creato”.

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“Ma per raggiungere questo ideale dobbiamo impegnarci tutti per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro, consapevoli dell’intima interconnessione che esiste tra noi. In questa prospettiva, le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande”.

 

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