Marco Boato sugli arresti di Parigi: "Macron cerca così di guadagnare consensi su Marine Le Pen"
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Marco Boato sugli arresti di Parigi: "Macron cerca così di guadagnare consensi su Marine Le Pen"

L'ex parlamentare dei Verdi già dirigente di Lotta Continua sull'operazione di polizia: "Il presidente punta a quell'elettorato di estrema destra, tentazione a cui Chirac e Sarkozy si erano sottratti''.

Marco Boato
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30 Aprile 2021 - 07.20


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Molti si dicono soddisfatti ma lui è perplesso.

“Ho combattuto per decenni il terrorismo in tutte le sue forme, anche con qualche rischio personale e con nessuna simpatia per coloro che ne sono stati protagonisti. Ma sono stato anche il primo promotore della legge sulla dissociazione, per cercare di uscire da quella stagione buia. Dopo gli arresti di Parigi, ho pensato che Mitterrand, Chirac, Sarkozy e Hollande, presidenti di sinistra e di destra, erano stati più saggi nel contribuire a porre fine alla stagione del terrorismo”.

Così l’ex parlamentare dei Verdi e in precedenza dirigente di Lotta Continua Marco Boato, secondo cui ”Macron forse guarda alle prossime elezioni presidenziali e alla concorrenza di Marine Le Pen, riconquistando consenso in quell’elettorato di estrema destra, tentazione a cui Chirac e Sarkozy si erano sottratti”.

”E adesso che ve ne fate?”, ha detto Adriano Sofri sul Foglio: ”Ha fatto riflessioni ragionevoli e pacate che ho condiviso pienamente – afferma Boato – tanto più che lui ha trascorso molti anni in carcere e poi in detenzione domiciliare”. L’età avanzata di un condannato malato supera il bisogno di giustizia? ”Giorgio Pietrostefani era già stato alcuni anni in carcere – risponde Boato – e ha tentato in ogni modo di ottenere giustizia, proclamandosi sempre innocente. Ha lasciato l’Italia per Parigi solo dopo che anche il processo di revisione, seguito a precedenti condanne e assoluzioni, anche in Cassazione a sezioni riunite, si era chiuso negativamente. A Parigi ha subito un trapianto di fegato e decine di interventi successivi. Non vedo quale bisogno di giustizia ci sia ancora”.

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“Sono sempre stato convinto che non sia stata Lotta Continua a uccidere Calabresi – prosegue Boato – avendo seguito di persona tutti gli otto processi e avendo letto tutte le carte processuali. Nella prima fase avevano cercato di coinvolgere anche me e Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia pochi mesi dopo. Anche il colonnello dei carabinieri Nicolò Bozzo espresse le sue perplessità, quando venne ascoltato in Parlamento. Ho assoluto rispetto per Gemma Calabresi, anche se lei e i suoi familiari sono stati sempre colpevolisti, ancor prima della sentenza definitiva di condanna. Ma il loro avvocato ha cercato in Corte d’assise di attribuire agli ex di Lotta Continua l’omicidio di Mauro Rostagno, un sospetto ignobile e inescusabile. Chi si dimentica delle vittime – conclude – fa un grave errore. Ma altri ex terroristi hanno saputo instaurare un dialogo di riconciliazione con i familiari delle vittime, in nome di una giustizia riparativa. Non sono convinto che l’iniziativa del governo e della ministra Cartabia, che pure stimo per altri aspetti, sia un contributo positivo per una pacificazione. Vedremo ora cosa deciderà la magistratura francese”.

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