Immenso Francesco: "Condividere i beni non è comunismo ma cristianesimo"
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Immenso Francesco: "Condividere i beni non è comunismo ma cristianesimo"

Le parole del Papa nella Festa della Divina Misericordia, celebrata nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia.

Papa Francesco
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11 Aprile 2021 - 10.04


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Ancora una volta il Papa prende una posizione netta e spiega cosa sia il cristianesimo e perché, soprattutto con il suo pontificato, tutti coloro che lottano e si impegnano contro qualsiasi forma di sfruttamento (economico e ambientale) e ogni forma di discriminazione abbiano trovato in lui un vero interlocutore.

Così ancora una volta Bergoglio ha tolto alibi ai sedicenti ‘cristiani’ che pensano di usare rosari e vangeli per alimentare il razzismo, la prepotenza e legittimare la ricchezza dei pochi contro le sofferenze dei tantissimi poveri.

Nell’omelia dopo la sua risurrezione della Santa Messa nella Festa della Divina Misericordia, celebrata nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia,  Papa Francesco Gesù opera la risurrezione dei discepoli che ”misericordiati, sono diventati misericordiosi. Lo vediamo nella prima Lettura. Gli Atti degli Apostoli raccontano che ‘nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune’. Non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”.

Poi prosegue: ”Ed è tanto più sorprendente se pensiamo che quegli stessi discepoli poco prima avevano litigato su premi e onori, su chi fosse il più grande tra di loro. Ora condividono tutto, hanno ‘un cuore solo e un’anima sola’. Come hanno fatto a cambiare così? Hanno visto nell’altro la stessa misericordia che ha trasformato la loro vita. Hanno scoperto di avere in comune la missione, il perdono e il Corpo di Gesù: condividere i beni terreni è sembrato conseguenza naturale. Il testo dice poi che ‘nessuno tra loro era bisognoso’. I loro timori si erano dissolti toccando le piaghe del Signore, adesso non hanno paura di curare le piaghe dei bisognosi. Perché lì vedono Gesù. Perché lì c’è Gesù”.

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 Nell’omelia il Santo Padre ricorda che i discepoli ”vengono misericordiati, attraverso tre doni: dapprima Gesù offre loro la pace, poi lo Spirito, infine le piaghe”. In primo luogo ”dà loro la pace. Quei discepoli erano angosciati. Si erano chiusi in casa per timore, per paura di essere arrestati e di fare la stessa fine del Maestro. Ma non erano chiusi solo in casa, erano chiusi anche nei loro rimorsi. Avevano abbandonato e rinnegato Gesù. Si sentivano incapaci, buoni a nulla, sbagliati. Gesù arriva e ripete due volte: ‘Pace a voi!’. Non porta una pace che toglie i problemi di fuori, ma una pace che infonde fiducia dentro. Non una pace esteriore, ma la pace del cuore”. E i discepoli si sentono misericordiati: sentono che Dio non li condanna, non li umilia, ma crede in loro”.
Per Dio ”nessuno è sbagliato, nessuno inutile, nessuno escluso”.

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