Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e ormai ex presidente della Conferenza delle Regioni, ruolo che ha lasciato al presidente del Friuli Venezia Giulia – il leghista Massimiliano Fedriga – ha parlato dell’organizzazione della campagnia vaccinale nelle Regioni italiane.
“Non spetta a me dare pagelle alle singole Regioni, ma è sempre più evidente che a mancare sono i vaccini più che l’organizzazione.
C’è un piano vaccinale ed è nazionale. Ho appena concluso un sopralluogo agli hub vaccinali di Bologna e Ferrara insieme al generale Figliuolo e al capo della Protezione civile Curcio: entrambi hanno potuto apprezzarne l`efficienza, la coerenza del lavoro rispetto alle priorità indicate dal governo, l’entusiasmo e la professionalità di operatori sanitari e volontari.
Non dimentichiamoci che all’Italia è stato consegnato il 60% in meno dei vaccini previsti: qui a doversi fare un esame di coscienza serio sono le multinazionali farmaceutiche.
In Emilia-Romagna di clientelare non c’è proprio niente”.
Bonaccini respinge le accuse sui furbetti delle vaccinazioni: “La solita Italia ha eseguito oltre 12 milioni di vaccinazioni.
Nel Paese vengono somministrate mediamente 8 dosi sulle 10 disponibili. Il personale sanitario e socio-sanitario, operatori e degenti delle CRA, sono in gran parte vaccinati. Ieri in Emilia-Romagna abbiamo somministrato oltre 30 mila dosi: purtroppo non potremo farlo anche oggi perché non abbiamo vaccini a sufficienza – ha affermato Bonaccini”.
Ha poi continuato: “Ma già così stiamo concludendo la vaccinazione degli ottantenni e accelerando quella dei settantenni; se avremo le dosi, entro fine aprile apriremo ai sessantenni e siamo pronti, a maggio, a vaccinare a tappetto.
Non abbiamo fatto deroghe, stiamo vaccinando anziani e fragili. Raccontiamo anche questa Italia”.
Secondo Bonaccini “ha influito anche l`incertezza sull`utilizzo di AstraZeneca: prima fino a 55 anni, per cui ci siamo rivolti agli insegnanti, poi a 65, per cui abbiamo potuto aprire ad altre categorie, adessosolo sopra i 60, per cui si passa alle classi di età più mature.
Servono decisioni efficaci e rapide, e un`organizzazione diffusa nel territorio che funzioni.
Per come ho visto io all`opera il generale Figliuolo, ritengo possa centrare la sua missione. E, in ogni caso, troverà sempre nell`Emilia-Romagna una Regione che rispetta il piano nazionale e che fa di tutto per impiegare al meglio i vaccini che arrivano”, ha assicurato.
C’è stato un momento nel quale si è rischiata una rottura pericolosa tra Regioni e governo? “All`inizio non sapevamo nemmeno contro cosa doverci battere.
Ci sono stati momenti durissimi, nei quali non potevamo permetterci di far trasparire lo sconforto che avevamo dentro.
Non lo nego: talvolta non è stato facile far comprendere al governo l`importanza di avere le Regioni unite, altre volte la difficoltà è stata quella di convincere le Regioni a non contrapporsi al centro”, dice a proposito di questo ultimo anno con la pandemia.
Infine sulla nuova linea di Letta alla guida del Pd secondo la quale Conte non è più il ‘punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste’ ma il partner di un’alleanza nella quale il Pd vuole la leadership Bonaccini ha detto: “Condivido.
Ho sempre detto che bisogna costruire un centrosinistra largo, che faccia perno su un Pd più grande e con una chiara e forte identità riformista e progressista.
Sono convinto che in questo campo debbano esserci anche i 5 Stelle: soprattutto se si accetta che l’orizzonte comune è rafforzare la democrazia contro il populismo; se si sceglie l’Europa dei diritti e della solidarietà contro il sovranismo”.
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