Novità su AstraZeneca: la seconda dose potrà essere fatta sempre con lo stesso vaccino
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Novità su AstraZeneca: la seconda dose potrà essere fatta sempre con lo stesso vaccino

Una circolare del ministero della Salute apporta alcune novità dopo i casi (molto rari) di trombosi: AstraZeneca è consigliata solo le persone con più di 60 anni

Vaccino AstraZeneca
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8 Aprile 2021 - 14.55


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Dopo la querelle sui casi di trombosi in seguito alle somministrazioni di AstraZeneca (per cui non è stato accertato il nesso) cambiano alcune regole sulle somministrazioni, come illustrato da una circolare con cui il ministero della Salute aggiorna le raccomandazioni sul vaccino di Oxford, il cui uso è ora preferenziale negli over 60 del nostro Paese.

In Italia, la seconda dose potrà essere effettuata sempre con lo stesso prodotto, dopo le valutazioni dell’Ema.

“Ribadendo che il vaccino Vaxzevria è approvato a partire dai 18 anni di età, sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta – si legge nella circolare – che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”.

Nel documento, firmato dal direttore generale Prevenzione Gianni Rezza, si conferma anche che, “in virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino”.

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Ema, AstraZeneca e piano vaccinale in Italia – Dopo le valutazioni di Ema che ha ritenuto possibile un legame fra il vaccino AstraZeneca e casi molto rari di trombosi, la raccomandazione agli over 60 cambia quindi il piano vaccinale in Italia.

“La posizione decisa dal ministro” Speranza “dopo un confronto è quella di raccomandare un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età. Al momento non ci sono elementi per non considerare la somministrazione di AstraZeneca in chi ha ricevuto la prima dose di questo vaccino”, ha detto il professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità.

L’Ema, pur riconoscendo un possibile legame tra i casi eccezionali di trombosi e il vaccino anglo-svedese, non aveva ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, poiché i benefici complessivi del vaccino nella prevenzione di Covid-19 superano i rischi degli effetti collaterali”, demandando ai singoli Stati la decisione sull’uso del vaccino.

“La valutazione fatta dal comitato di farmacovigilanza dell’Ema è che il nesso di causalità, per quanto non dimostrato definitivamente, è stato dichiarato plausibile”, ha detto Locatelli.

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“Il meccanismo che sottende allo sviluppo di questi fenomeni oggi non è definitivamente chiarito. Ci sono ipotesi che fanno pensare a reazioni del sistema immunitario. Questi fenomeni sono molto rari, gli eventi osservati sono stati superiori all’aspettato fino all’età di 60 anni ma inferiori all’atteso nei soggetti sopra i 60 anni di età. La maggior parte di questi eventi trombotici si è avuta nei primi 14 giorni dopo la somministrazione di vaccino e si è osservata solo dopo la prima somministrazione. Il numero delle seconde dosi somministrato è troppo limitato per arrivare a conclusioni definitive”, afferma.

La decisione rischia di far deragliare il piano vaccinale. La nuova raccomandazione, tuttavia, “non dovrebbe incidere più di tanto: di fatto è un incentivo a vaccinare di più gli over 60”, fanno notare fonti di governo.

Il premier Mario Draghi, assicurano i beninformati, è deciso a centrare l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno entro fine aprile.

Il piano vaccinale andrà rimodulato, ma lo sarà in modo da non subire rallentamenti, è il messaggio di fiducia che rimbalza. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo mette in chiaro: la raccomandazione su AstraZeneca non avrà impatto sul piano vaccinale.

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Da oggi le dosi del vaccino anglo-svedese andranno alla fascia tra i 60 e i 79 anni.

 

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