La sfortuna di avere il cancro in pandemia: "E' una malattia di serie B"
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La sfortuna di avere il cancro in pandemia: "E' una malattia di serie B"

Il deputato farà radioterapia. Protesta perché "mi obbligano a tenere la mascherina" e contro "la mitologia della pandemia"

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
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25 Marzo 2021 - 09.26


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“Ho il cancro. Non ho metastasi di nessun tipo e, fortunatamente, la cosa è circoscritta. I medici stanno studiando la situazione. Farò la radioterapia”.
Lo dice Vittorio Sgarbi, parlando della sua malattia al Corriere della Sera, aggiungendo come stia “prendendo farmaci. Inizio le terapie nucleari il 12 aprile al Sant’Orsola. Solo che oggi questa mia malattia sembra di serie B, meno importante della mitologia intorno alla pandemia. In aula mi fanno tenere la mascherina, che fa male alla mia malattia e non serve per combattere il Covid, che io non posso più avere perché l’ho già fatto. Un paradosso”. Ieri il deputato è intervenuto in Aula, con un discorso in cui “ho tenuto la mascherina. Ma l’ho detto a Draghi: se ho avuto una malattia cardiaca, una cancerogena e ho già fatto il Covid perché la mascherina che mi fa male alla respirazione? Io voglio essere libero, anche fuori, riaprire le mostre. Ho mandato al presidente Fico un certificato medico ove si prescrive che possa parlare senza utilizzare dispositivi. Ma non gliene frega del cancro o di problemi cardiaci, solo del Covid, che è meno letale del cancro ai polmoni per il fumo. In Parlamento siamo di fronte a un paradosso logico: prescrizioni rigidissime per una malattia non letale per più del 90% delle persone che la contraggono, ma se ne hai un’altra, come il cancro o cardiopatie, non frega niente a nessuno”.
“Molti hanno avuto il Covid”, aggiunge Sgarbi, “Zingaretti, Gelmini, Lotti… e siamo ancora in quest’aula che sembra un teatro; solo che i teatri e i musei sono chiusi, le mostre sbarrate mentre quest’Aula è aperta e senza sanificatori. Il mio caso si dovrebbe risolvere con la radioterapia ma l’oncologia, in generale, oggi è vittima del terrorismo mediatico che si fa per la pandemia. È giusto usare la mascherina in ambito sanitario, dove c’è contatto diretto. Ma”, specifica il critico d’arte, “per altri aspetti è qualcosa che produce uno stato di ansia, depressione e intimidazione e a pagare sono giovani, adolescenti e altri malati. Abbiamo sospeso la ragione e mitizzato una malattia. Ma le malattie sono molte. Anche Agamben e Vargas Llosa hanno detto che non possiamo impedire la democrazia. Ci vuole attenzione a tutti i malati e libertà di cura. Allo stato attuale resto candidato a sindaco di Roma: la radioterapia dura 40 giorni per 10 minuti al giorno. Dobbiamo riaprire il Mart al più presto e avviare le mostre programmate”, conclude Sgarbi.

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