Forniva dosi letali ai pazienti: l'accusa per il medico è di omicidio volontario
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Forniva dosi letali ai pazienti: l'accusa per il medico è di omicidio volontario

Il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari è accusato di aver ucciso due pazienti a marzo, per diminuire il carico di lavoro insostenibile

Medico arrestato a Brescia
Medico arrestato a Brescia
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26 Gennaio 2021 - 10.32


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E’ stato arrestato ieri Carlo Mosca, 47enne primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, nel Bresciano, accusato di aver somministrato farmaci letali a pazienti Covid con l’intento di liberare posti letto.

Le accuse del Gip verso il medico, ora ai domiciliari, sono omicidio volontario e falso in atto pubblico in particolare per due pazienti affestti da Covid che sono deceduti a metà marzo, nella fase più acuta della pandemia che ha interessato la provincia di Brescia.

Il movente del medico sarebbe stato diminuire il carico di lavoro e di pazienti della struttura sanitaria.

Tra il 20 e il 22 marzo, “nei giorni in cui i fatti accadevano”, scrive il gip Angela Corvi nell’ordinanza, ”è verosimile che l’indagato si sia determinato a uccidere poiché mosso dalla volontà di liberare non solo e non tanto posti letto, bensì risorse strumentali ed energie umane, fisiche ed emotive dei colleghi medici, egli infermieri e di tutti gli altri operatori del pronto soccorso”. 

Si legge ancora: “Non si può ritenere che Mosca abbia agito dietro consenso delle vittime o comunque per finalità pietistiche, se solo si considera che somministrava loro un preparato che paralizza i muscoli ma che non agisce in alcun modo sullo stato di coscienza, provocando così una penosa morte per soffocamento”.

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Il primario del pronto soccorso avrebbe somministrato il Propofol e la Sucinilcolina, due farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare che solitamente si usano nella fase immediatamente precedente alla sedazione e all’intubazione del malato.

Nel corso dell’inchiesta, nata dalla denuncia di un infermiere dello stesso ospedale monteclarense, sono state riesumate tre salme. Mentre quattro erano le morti finite sotto la lente di ingrandimento, ma in un caso il cadavere è stato cremato.

Le autopsie, effettuate da medici legali dell’università di Padova, hanno rilevato, all’interno di tessuti ed organi, la presenza del farmaco anestetico e miorilassante che dovrebbe essere somministrato secondo un protocollo rigidissimo.

Nella cartella clinica del paziente il medico non aveva però riportato la somministrazione di quei medicinali. Il gip ha disposto l’arresto perché sussisterebbe il rischio di reiterazione del reato.

“Io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti”, si legge in uno dei messaggi agli atti dell’inchiesta citati dall’Ansa, scritto via WhatsApp, da un infermiere ad un collega. “Io non ci sto, questo è pazzo”, risponde il collega parlando della decisione del medico di far preparare i due farmaci che solitamente si utilizzano prima di intubare un paziente.

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La Direzione degli Spedali civili di Brescia ha nel frattempo sospeso dal servizio il primario del pronto soccorso di Montichiari. “L’Asst Spedali Civili collabora con la Procura, che sta

conducendo le indagini, nell’auspicio che rapidamente vengano chiariti i fatti” spiega la direzione del Civile. Il medico, che già sapeva delle indagini avendo avuto la possibilità di nominare un proprio consulente in occasione delle riesumazioni dei cadaveri, si difende: “Nego di aver somministrato quei farmaci” spiega attraverso i legali Elena Frigo e Michele Bontempi.

Non è ancora stato fissato l’interrogatorio di garanzia. “Speriamo possa parlare prima possibile e – aggiungono i difensori – chiarire la sua posizione”.

Per il giudice, “Mosca non poteva non sapere, in forza della sua specializzazione e delle sue competenze, che né il Propofol né, a maggior ragione, la Succinilcolina erano contemplati dai protocolli di sedazione in materia di terapia del dolore”.

 

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