A Massa nelle mani della destra un minuto di silenzio per i 'golpisti' trumpiani morti

Si tratta della stessa giunta che ha chiuso gli Sprar, negato il patrocinio al Toscana Pride, messo multe per donne che indossano abiti 'equivoci' e non solo...

La riunione online del comune di Massa
La riunione online del comune di Massa
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12 Gennaio 2021 - 20.55


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di Marco Rovelli

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Una giunta che fa un minuto di silenzio per i morti trumpiani (e una loro vittima, un agente ucciso con un colpo di estintore in testa) dell’assalto al Campidoglio. A questa miseria si è ridotta la politica nella città di Massa. 
Stiamo parlando di una giunta che come primo atto ha chiuso gli Sprar come gesto forte di identità, ha chiamato studiosi fascisti a relazionare sulle foibe, ha innalzato una lapide al vecchio podestà fascista Bellugi, ha approvato un regolamento di Polizia Urbana in cui si prevedono sanzioni pecuniarie per donne ree di “indossare abiti suscettibili di ingenerare presunzione di prostituzione”, ha negato il patrocinio al Toscana Pride dando invece il suo sostegno al “Congresso Mondiale delle Famiglie” di Verona, ha dichiarato “obiezione di coscienza” per unioni civili, e in tempi di Covid distribuisce mascherine ai “capifamiglia”. E che, di recente, ha deliberato di non utilizzare negli atti pubblici il linguaggio di genere, ma di cancellare il femminile – certo, loro hanno scritto che utilizzeranno solo il “neutro”, vagli a dire che nella lingua italiana non esiste.

Si aggiungano poi dichiarazioni di singoli consiglieri, come quella di un leghista che definì Pertini “brigatista rosso e assassino”, o quella di un meloniano che inneggiava alla dittatura franchista. E si potrebbe continuare, non ci si fa mancar nulla in questa terra apuana che fu terra partigiana.
Fino, appunto, alla sceneggiata del consiglio comunale online dell’11 gennaio. Inizialmente un consigliere leghista chiede di commemorare Ashley Babbitt, la trumpiana seguace della teoria cospirazionista Qanon rimasta uccisa durante l’assalto al Campidoglio, poi interviene il capogruppo di maggioranza chiedendo di allargare la celebrazione a “tutte le vittime”, in un gesto di ipocrisia politica da manuale.

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Il presidente del consiglio comunale, di antica provenienza fascista, accoglie la proposta, negando l’intervento a un consigliere dell’opposizione. I consiglieri di maggioranza si alzano in piedi, a cominciare dal sindaco Persiani, e regna un silenzio che mostra la natura di una maggioranza politica che ha vinto le elezioni grazie alla fragilità di una sinistra in crisi, e che ha portato nelle stanze del Comune un gruppo di potere che si ammanta di populismi eversivi dove la tragedia e la farsa non smettono di confondersi.

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