La Cei insiste contro l'eutanasia: "Non c'è un diritto a morire" (quindi c'è un dovere a soffrire?)

Lo ha ribadito don Massimo Angelelli, direttore Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei

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16 Dicembre 2020 - 14.28


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“Abbiamo chiarito che cos’è la vita, perché non è disponibile e dunque perché non esiste un diritto a morire –  ha osservato l’esponente della Cei-. Non è pensabile un diritto a morire perché se costruiamo un diritto a morire dobbiamo costruire un dovere di qualcuno a porre fine alla vita. Per postulare un diritto a morire dovremmo postulare un dovere di uccidere e questo dal punto di vista umano, civile e cristiano è totalmente inaccettabile”.
 Lo ha ribadito don Massimo Angelelli, direttore Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, presentando  in conferenza stampa online il documento ‘Alla sera della vita. Riflessioni sulla fase terminale della vita terrena’,  elaborato dallo stesso Ufficio e condiviso nella  Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute. 

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