Il responsabile delle terapie intensive in Lombardia: "La terza ondata sarebbe disastrosa"

"È chiaro che dal punto di vista sanitario la zona rossa potrebbe essere non una, ma la soluzione. Penso che si debba fare tutto il possibile per evitare la terza ondata" ha detto Antonio Pesenti

Antonio Pesenti
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15 Dicembre 2020 - 16.26


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Antonio Pesenti, direttore del Dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione Lombardia per l’emergenza coronavirus ha tracciato un quadro del fronte ospedaliero in Regione: “Oggi nelle terapie intensive della Lombardia siamo un po’ scesi come presenze. Siamo intorno ai 630 ricoverati, dai quasi mille che avevamo in questo secondo picco di Covid-19, raggiunto intorno al 22 novembre. Sia chiaro: negli ospedali c’è ancora una situazione molto lontana dall’essere normale. Ed è certo che una terza ondata sarebbe disastrosa, anche da un punto di vista psicologico ed economico. Noi adesso aspettiamo. Se continua a scendere così e non succede niente, ci aspettiamo Natale con 500-600 pazienti in terapia intensiva. È chiaro che da qui al 25 dicembre ci sono ancora 10 giorni e Covid potrebbe ripartire”. 
Un’Italia zona rossa per le Feste aiuterebbe? “Non sono io a doverlo decidere questo – osserva Pesenti – Capisco che la politica in questo momento si trovi in condizioni molto difficili: mettere insieme tutto non è facile, soprattutto in una situazione che mi sembra condizionata dal punto di vista economico. È chiaro che dal punto di vista sanitario la zona rossa potrebbe essere non una, ma la soluzione. Penso che si debba fare tutto il possibile per evitare la terza ondata. Ma c’è valutare cosa è possibile e cosa no. Ci sono persone che fanno i conti col disastro economico”.
Purtroppo, intanto, “è da febbraio ormai che gli ospedali non riescono a lavorare in modo normale”, fa notare Pesenti. “Comincia a essere un grande problema, perché non di sol Covid muore l’uomo. Ancora adesso che i numeri dei ricoveri scendono non siamo affatto in una situazione di normalità. Al picco del 22 novembre avevamo circa 8-9 mila malati in letti non intensivi, adesso sono ancora 5mila circa. La situazione dunque è migliorata, ma non è drasticamente cambiata. Ospedali come quelli di Monza e Varese sono ancora i più in difficoltà. L’ospedale in Fiera di Milano ha ancora diverse decine di malati”: nel dettaglio oggi i ricoverati sono 51, e contando i dimessi e i malati purtroppo deceduti, dalla struttura sono passati più di 130 pazienti. “E penso che chiuderà per ultimo. In questa situazione copre un decimo delle necessità, che è tanto, ma allo stesso tempo poco”.

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