Il commissario Arcuri: "Siamo pronti a vaccinare la popolazione già a gennaio"
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Il commissario Arcuri: "Siamo pronti a vaccinare la popolazione già a gennaio"

"Stiamo preparando la rete di distribuzione, conservazione e somministrazione dei vaccini".

Domenico Arcuri
Domenico Arcuri
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27 Novembre 2020 - 09.40


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Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus in Italia Domenico Arcuri, ospite oggi di Agorà ha spiegato: “Abbiamo almeno 5 vaccini arrivati alla fine della sperimentazione, stiamo aspettando che l’ente di certificazione europeo ammetta la loro immissione in commercio”.”Stiamo preparando la rete di distribuzione, conservazione e somministrazione dei vaccini. Se verrà autorizzato il commercio, a fine gennaio si inizierà con la somministrazione. Il ministro sta definendo il piano per la vaccinazione di massa”. 
“Il ministro della Salute la prossima settimana presenterà in Parlamento il piano strategico per la più grande campagna di vaccinazione di massa che la nostra generazione ricordi, il Parlamento lo discuterà e ove lo approvi. partiremo con le prime categorie – ha ribadito Arcuri -. L’Esercito è al nostro fianco dall’inizio dell’emergenza e ci affiancherà anche in questa complessa operazione. Il numero massimo di persone che si somministrerà il vaccino aiuterà la sostanziale scomparsa della contagiosità, è un fatto matematico”.

Per quanto riguarda la didattica in presenza, aggiunge Arcuri, “non credo che ci sia un insormontabile ostacolo di tipo organizzativo. Sulla scuola, è stato uno dei target principali dei test antigienici che abbiamo preso. E poi bisognerebbe aumentare il numero degli insegnanti”.

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Per il commissario, “tenere chiuse le scuole è un dolore per una comunità contemporanea e tenere insieme scuola, lavoro e salute è il faro lungo il quale ci siamo mossi e dobbiamo continuare a muoverci”.

“Abbiamo iniziato a distribuire i test antigenici, ne abbiamo comprati tantissimi e già due milioni sono stati distribuiti alle Regioni nelle scorse settimane. Per quanto riguarda la riapertura con tempi stretti – aggiunge – non credo ci sia un’insormontabile vincolo organizzativo: bisogna mettere a sistema i trasporti, la scuola ma soprattutto la responsabilità delle persone. Il virus, me ne sto convincendo, non esce dalla scuola ma è entrato nella scuola. L’eccesso di mobilità e la normale volitività dei giovani deve essere il più possibile contenuta”.

“Vorrei sfatare una leggenda che aleggia, e cioè che io – racconta il commissario – faccio troppe cose. Non è vero, perché tutto quello che faccio attiene alla gestione dell’emergenza. Questo è quello che faccio”.

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