L'ipocrisia di Giorgia Meloni: solidarizza con chi rischia il lavoro mentre andava a braccetto a Santanché e Briatore

La seconda ondata è figlia di un negazionismo cavalcato dalla destra e ora Giorgia Meloni si finge amica di chi sta perdendo il lavoro?

Giorgia Meloni e Daniela Santanchè
Giorgia Meloni e Daniela Santanchè
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27 Ottobre 2020 - 18.54


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Chi arrivasse in Italia adesso, senza avere il minimo indizio di chi siano le personalità che affollano la nostra politica, a leggere cosa scrive Giorgia Meloni penserebbe che sia un’illuminata donna di sinistra: foto di lavoratori messi in ginocchio dalla crisi e la promessa di combattere per loro, proposte di cabine di regia tra maggioranza e opposizione per far funzionare meglio il paese durante l’emergenza, praticamente una Alexandra Ocasio Cortez all’italiana.

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Chissà che faccia farebbe questo visitatore se gli mostrassimo le foto di quest’estate: ma è proprio lei, Giorgia Meloni, quella a braccetto con Daniela Santanché e Flavio Briatore? Lei quella che dice che il Governo preferisce chiudere le discoteche e fa invece entrare gli immigrati? Lei quella che si sgola in difesa di Matteo Salvini al processo Open Arms, lo stesso Salvini che ha trascorso l’estate facendo del negazionismo del Covid la sua agenda politica?

Sì, è proprio la leader di uno dei due maggiori partiti della destra italiana. La destra che ha mostrato in questi mesi il suo volto peggiore, il più subdolo, il più ipocrita. Quello che convince le classi lavoratrici a votare per loro, come avvenne nella Sardegna consegnata alla Lega e poi abbandonata, dopo che Salvini ai pastori sardi che rovesciavano il latte per strada aveva promesso mari e monti. La destra che è in buona parte responsabile della virulenza e della ferocia di questa seconda ondata di Sars-CoV-2 che sta rimettendo l’Italia in ginocchio, un’ondata figlia delle gozzoviglie di un’estate in cui Meloni, Salvini, Briatore, Santanché e l’entourage di giornalisti loro servi hanno chiamato terroristi i medici che ci avvertivano in ogni modo possibile che non era finita. E adesso siamo qui, alle porte di un inverno dove non sappiamo cosa succederà, sull’orlo di una crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti nella storia del Paese e dobbiamo anche sorbirci le lacrime di coccodrillo di Giorgia Meloni?

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