Crisanti: "Vogliamo evitare il lockdown? Coprifuoco, limitazioni dei negozi e scuole chiuse"

La riflessione dell'ordinario di microbiologia all'Università di Padova: "Le mascherine non bastano. Sono essenziali ma non bastano".

Andrea Crisanti
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21 Ottobre 2020 - 07.44


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Le sue parole non piaceranno: Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, ha parlato di emergenza Coronavirus facendo il punto della situazione e parlando di altri provvedimenti che potrebbero essere attuati per frenare la risalita della curva delle infezioni per evitare un blocco rigoroso, come quello che si è avuto la scorsa primavera.
“Per abbattere la trasmissione del Coronavirus servirebbero misure più stringenti, come il lockdown. Ma nessuno lo vuole per i danni sociali ed economici che comporta – ha sottolineato -. Ci sono però delle vie di mezzo, finora mai sperimentate, che servono a diminuire i contatti sociali. Le interazioni sociali sono il meccanismo di trasmissione del virus per questo vanno limitate. Bene allora il coprifuoco o la limitazione dell’attività degli esercizi pubblici o ancora la chiusura delle scuole. Le mascherine non bastano. Sono essenziali ma non bastano”.
Secondo l’esperto, “non possiamo andare avanti con misure di contenimento, aperture e poi di nuovo altre chiusure, perché si viene a creare un’altalena che uccide qualsiasi forma di economia. Va implementato il sistema di tracciamento, che ora è sbriciolato”.
E sulla sua proposta di lockdown durante le vacanze di Natale ha chiarito: “Sono stato abbastanza ottimista, parlando di un blocco inevitabile a Natale se i contagi continuano a salire. È un buon periodo per questo, perché ci sono 3 settimane di vacanze per le scuole, le attività produttive sono a ritmo ridotto e si sarebbe dovuto anche impedire di effettuare viaggi interregionali, pur salvaguardando le attività commerciali. In questo modo si sarebbe resettato il sistema e abbassato il numero dei positivi”.

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Il vaccino

Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, ha parlato anche della possibilità che il vaccino contro il Covid sia pronto tra due mesi.
“Forse fra due mesi arriverà qualcuno che dice ‘abbiamo un vaccino’. Ma da lì a fare uno studio pilota e poi a distribuirlo, passano tanti mesi”, ha detto a Sky Tg24.

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Alla domanda se questa estate abbiamo perso un’occasione importante, l’esperto ha risposto: “Sulla base di quello che stiamo vedendo adesso abbiamo messo a rischio sia i sacrifici che hanno fatto gli italiani che sono restati a casa due mesi sia l’economia, un
sacrificio che ci è costato 150-160 milioni”.
“La sfida per i prossimi mesi e nei prossimi due anni sarà tenere sotto controllo il virus, stiamo dando un vantaggio competitivo pauroso a Cina, Giappone, Corea, cioè a tutte quelle economie che sono riuscite a controllare l’epidemia”. “Fare paragoni con altri Paesi europei è da vili”, ha affermato ancora.

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