A 18 anni Giuseppe finisce in coma per un pugno in testa

Si trovava con due amici quando sono stati aggrediti da un gruppo di cinque ragazzi per futili motivi.

Immagine di repertorio
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19 Ottobre 2020 - 07.20


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Si chiama Giuseppe, ha 18 anni e vive a Lanciano. E’ in coma dopo essere stato aggredito da una baby gang nella notte di sabato alla vecchia stazione. Come ha raccontato ChietiToday, ad agire è stata una baby gang composta da cinque ragazzi, tra cui alcuni minorenni.

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Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Lanciano, il ragazzo si trovava con due amici, tra cui una ragazza minorenne, quando i tre sono stati aggrediti da un gruppo di cinque ragazzi per futili motivi. I due che erano con la vittima sono riusciti a divincolarsi, mentre quest’ultima ha  avuto un pugno alla tempia. Soccorso dagli amici, il giovane è tornato a casa ma poi è stato necessario chiamare il 118 che l’ha trasportato al pronto soccorso di Lanciano. Vista la gravità delle lesioni, con ematoma alla testa, si è reso necessario il trasferimento immediato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Santo Spirito. La prognosi è riservata e il quadro clinico è definito “critico” dalla direzione sanitaria della Asl di Pescara.

I carabinieri, diretti dal maggiore Vincenzo Orlando, stanno ricostruendo le fasi della brutale aggressione. Sono stati ascoltati vari testimoni e visionate alcune telecamere della zona per poter identificare i componenti del gruppo di giovani aggressori. Repubblica scrive oggi che per gli amici di Giuseppe quei cinque erano volti già visti ma non si conoscevano, né c’erano conti in sospeso:

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«Che hai da guardare? Dai, vieni qui a fare il furbo», incitano i bulli dopo uno scambio di stupidaggini. «Ma che c… volete?», replica il gruppo di Giuseppe. Lui alza la mano per prendere le distanze, ma il gesto scalda animi già bollenti per l’alcol e chissà che altro, perché lì alla ex Sangritana ci si rintana per trasgredire così. È passata da poco la mezzanotte. E insomma «almeno in cinque» — dicono i carabinieri che stanno valutando le responsabilità individuali — cominciano ad avvicinarsi e poi a correre verso i tre giovani che scappano, o almeno ci provano perché quelli li rincorrono e li acciuffano; la ragazza non la toccano ma il ragazzo più grande riesce «a evitare un pugno che lo ha solo sfiorato», e si divincola in tempo. Giuseppe no, lui il pugno lo prende alla tempia, fortissimo, micidiale.

 Il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, ha sostenuto che “il gravissimo episodio di violenza accaduto ci lascia sgomenti e senza parole”. “La comunità è sconvolta sia per le modalità dell’aggressione – ha aggiunto – che per le conseguenze gravissime subite dal giovane: si tratta di un episodio che purtroppo rimanda ad altri simili verificatisi di recente in Italia, un fatto che deve farci riflettere ed interrogare sulle ragioni per cui la violenza sembra farsi largo tra i nostri giovani, mettendo in pericolo la vita e la crescita serena dei nostri ragazzi, che rappresentano il presente e il futuro dell’Italia. Siamo ovviamente vicini al nostro giovane concittadino vigliaccamente aggredito, alla sua famiglia, ai suoi amici e alla stragrande maggioranza dei giovani che ripudiano la violenza in ogni sua forma: ho dato mandato ai nostri legali di valutare la possibilità di costituire come parte civile il Comune di Lanciano, siamo colpiti anche noi come comunità e come città”. 

 
 
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