"La fame è criminale, l’alimentazione è un diritto inalienabile": Francesco tuona ma tanti tacciono

Alcuni nei giorni trascorsi hanno parlato di “papa marxista leninista” perché Francesco nella sua enciclica ha parlato di destinazione sociale del “beni creati”. Ecco chi sono i nemici del Papa

Papa Francesco
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

17 Ottobre 2020 - 10.29


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Visitando Hiroshima e Nagasaki Papa Francesco ebbe modo di dire: “L’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari.” Chiedendo al mondo di superare l’idea di una sicurezza da ottenersi con la deterrenza nucleare, Francesco ha parlato di questa immoralità evidente, soprattutto se consideriamo che oggi il mondo non è più diviso in blocchi contrapposti.

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Eppure  ancora oggi si spendono quantitativi impressionanti di denaro per gli armamenti atomici.

Soltanto gli Stati Uniti d’America spendono hanno un budget per le spese militari di 750 miliardi di dollari annui. Dunque il discorso di Francesco richiama e procede nel solco della celeberrima Pacem in Terris di Giovanni XXIII, enciclica accolta con scetticismo se non avversione da tanti perché non riprodusse l’equazione “Occidente uguale Chiesa”, ma offrì a tutti un riferimento di pace. Nel bipolarismo est – ovest la Chiesa cattolica sceglieva, senza perdere l’identità e le priorità del suo messaggio, di non presentarsi come la “fedelissima ancella a qualsiasi costo”, anche dell’olocausto nucleare, dell’Occidente. In sostanza non sono più i tempi in cui larcivescovo di Seattle, Raymond Hunthausen, per aver denunciato che la costruzione del sottomarino atomico Tridente aveva il potenziale distruttivo di 2040 bombe come quella di Hiroshima e questo prospettava scenari inammissibili per la sua coscienza cristiana, si ritrovò obbligato a lasciare il posto.

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Oggi, nel bipolarismo nord – sud, Francesco- seguendo l’esempio di Giovanni XXIII, non lega le mani alla Chiesa, condanna la logica perversa della deterrenza nucleare addirittura in assenza di un nemico dichiarato, universalizza il messaggio di pace della Chiesa e scrive in occasione del 75esimo anniversario della FAO: “la fame nel mondo non è solo uno scandalo, è una vergogna”.

La FAO ha indicato in circa 270 miliardi il denaro necessario a sradicare la fame dal mondo. Per capire di cosa parliamo aiuta considerare la portata delle spese militari mondiali: il rapporto IISS ha evidenziato che la crescita globale della spesa per armamenti e sistemi di difesa nel 2018 è stata dell1,8% a oltre 1.670 miliardi di dollari, guidata dagli Usa con 643 miliardi (+5%). I membri europei Nato hanno speso 264 miliardi (+4,2%), pari a una media dell1,37% del Pil: per arrivare al 2% richiesto da Donald Trump, gli Stati europei dovrebbero fare ulteriori spese per 102 miliardi. Per quanto riguarda la Cina  l’IISS calcola un aumento delle spese militari del 6%. Solo nel 2019 per gli armamenti nucleari sono stati 73 miliardi di dollari. Dunque parliamo di somme enormi, ma soprattutto parliamo di uno scandalo che non scandalizza più nessuno. Ci sembra un’ineluttabile realtà che si continui a morire di fame, e basta. Ma non bastano i numeri per affrontare il tema sollevato da Francesco. Occorre inquadrare il dibattito.

Alcuni nei giorni trascorsi hanno parlato di “papa marxista leninista” perché Francesco nella sua enciclica ha parlato di destinazione sociale del “beni creati”. Cosa saranno questi “beni creati”? Inutile chiederselo, meglio affermare: “Questo papa attacca pure il sacro principio della proprietà privata? E’ davvero  un comunista!”

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Curioso. Sì, curioso perché questo è un cardine della dottrina sociale della Chiesa? Per chi ne dubitasse basterebbe qualche facile ripasso. Consigli? Una rapida occhiata a Paolo VI e l’enciclica  Populorum progressio, Giovanni Paolo II e l’enciclica  Sollicitudo rei socialis o la Centesimus annus, Benedetto XVI e l’enciclica  Caritas in veritate . Il messaggio per la giornata mondiale della pace  2010 di Benedetto XVI al secondo paragrafo dice così: “Se, infatti, a causa della crudeltà delluomo sulluomo, numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sullautentico sviluppo umano integrale – guerre, conflitti internazionali e regionali, atti terroristici e violazioni dei diritti umani –, non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza – se non addirittura dallabuso – nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile che lumanità rinnovi e rafforzi «quellalleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dellamore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino».”

Queste brevissime indicazioni ai critici di “Fratelli tutti” sono ovviamente molto limitate,  ma solo per non costringere a cercare, con altrettanta facilità ma qualche necessaria conoscenza della Chiesa in più, quanto scritto da papi precedenti o dai padri della Chiesa. Ma a questi critici un po’ disattenti Francesco ieri ha detto qualcosa di aggiuntivo su cosa significhi la destinazione sociale “dei beni creati”, a partire proprio dallo scandalo che non scandalizza, la fame nel mondo: “Per la maggior parte, è causata da una distribuzione ineguale dei frutti della terra, a cui si aggiungono la mancanza di investimenti nel settore agricolo, le conseguenze del cambiamento climatico e l’aumento del conflitti in diverse aree del pianeta. D’altra parte, tonnellate di cibo vengono buttate via. In realtà, non possiamo rimanere insensibili o paralizzati. Siamo tutti responsabili”.

E allora “una decisione coraggiosa – suggerisce papa Francesco – sarebbe quella di costituire con il denaro che viene utilizzato per le armi e altre spese militari ‘un fondo globale’ per poter sconfiggere definitivamente la fame e aiutare lo sviluppo dei Paesi più poveri. In questo modo si eviterebbero tante guerre e l’emigrazione di tanti nostri fratelli e delle loro famiglie che sono costretti a lasciare le loro case e i loro paesi in cerca di di una vita più dignitosa”. Se si ricordano le cifre citate poc’anzi sarà difficile dire che non sia così. (Tutto sommato se si limitasse il fondo proposto dal papa al necessario resterebbero ben più di 1300 miliardi per le spese militari.)

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Eh già, a chi è scandalizzato per “Fratelli tutti” e la sua attenzione ai profughi, ai fuggiaschi, a chi lascia case distrutte, terre bruciate o inondate o desertificate, non viene mai in mente che “aiutarli a casa loro” sarebbe davvero un bel progetto, ma non chiudendo i confini nazionali e buttando la chiave, ma affrontando quelle storture incredibili che spaccano sempre di più il mondo con le conseguenze che si possono non solo immaginare, ma anche vedere. I detrattori di “Fratelli tutti” forse non hanno letto questo passaggio dell’enciclica: “ Lattività degli imprenditori effettivamente «è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti». Dio ci promuove, si aspetta da noi che sviluppiamo le capacità che ci ha dato e ha riempito luniverso di potenzialità. Nei suoi disegni ogni persona è chiamata a promuovere il proprio sviluppo, e questo comprende lattuazione delle capacità economiche e tecnologiche per far crescere i beni e aumentare la ricchezza. Tuttavia, in ogni caso, queste capacità degli imprenditori, che sono un dono di Dio, dovrebbero essere orientate chiaramente al progresso delle altre persone e al superamento della miseria, specialmente attraverso la creazione di opportunità di lavoro diversificate. Sempre, insieme al diritto di proprietà privata, c’è il prioritario e precedente diritto della subordinazione di ogni proprietà privata alla destinazione universale dei beni della terra e, pertanto, il diritto di tutti al loro uso.”

Ecco perché proprio sulla fame nel mondo il papa può dire poco più avanti: “Siamo ancora lontani da una globalizzazione dei diritti umani più essenziali. Perciò la politica mondiale non può tralasciare di porre tra i suoi obiettivi principali e irrinunciabili quello di eliminare effettivamente la fame. Infatti, «quando la speculazione finanziaria condiziona il prezzo degli alimenti trattandoli come una merce qualsiasi, milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dallaltra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciò costituisce un vero scandalo. La fame è criminale, lalimentazione è un diritto inalienabile».
Tante volte, mentre ci immergiamo in discussioni semantiche o ideologiche, lasciamo che ancora oggi ci siano fratelli e sorelle che muoiono di fame e di sete, senza un tetto o senza accesso alle cure per la loro salute. Insieme a questi bisogni elementari non soddisfatti, la tratta di persone è unaltra vergogna per lumanità che la politica internazionale non dovrebbe continuare a tollerare, al di là dei discorsi e delle buone intenzioni. È il minimo indispensabile”. Ma sulla fame nel mondo il silenzio di tanti critici del papa conferma che forse hanno ragione a dire “non siamo d’accordo con lui”. Ma sarebbe meglio dire i veri motivi di dissenso.

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