In un’intervista al quotidiano La Stampa, racconta la situazione della sua città, dove è tornata la paura, ma con maggiore consapevolezza.
“Lo sapevamo – dice – che con il freddo il virus sarebbe tornato, ma in cuor nostro speravamo che non accadesse così. (..) Però c’è una differenza. Se oggi Bergamo assiste a una lenta avanzata del contagio, che non ha paragoni con i numeri di sette mesi fa, è perché da noi, e così a Brescia e Lodi, il virus incontra una popolazione che, circa per il 30 per cento, è già stata colpita e ha sviluppato degli anticorpi che credo rallentino la sua diffusione”.
Anche secondo il sindaco i mezzi pubblici sono fin troppo pieni. “Noi abbiamo aumentato le corse del 20 per cento per diluire il numero di passeggeri ma credo si debbano anche acquistare alti mezzi. Per quanto riguarda la scuola credo che si debba incrementare la didattica a distanza”, sottolinea.
A proposito del governatore Attilio Fontana, che ha detto che non sappiamo cosa ci aspetta, “chiunque sia intellettualmente onesto non può che dire così. Dobbiamo avere anche il coraggio di fare chiusure circoscritte se ce ne fosse bisogno”.
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