Bertolaso (proprio lui) ora dà la colpa al Governo per la seconda ondata
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Bertolaso (proprio lui) ora dà la colpa al Governo per la seconda ondata

L'ex capo della Protezione Civile: "Si preoccupavano dei sondaggi, di scrivere sui social, delle elezioni regionali, ma certamente non si sono preoccupati di prevedere l'arrivo della seconda ondata"

Guido Bertolaso
Guido Bertolaso
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15 Ottobre 2020 - 17.01


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L’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso – quello che, mentre ancora 30.000 sfollati abruzzesi vivevano in albergo ha definito ‘finita’ l’emergenza terremoti e che prima di dimettersi dal suo incarico è riuscito guardacaso a trovare un alloggio a 150 suoi ‘fedelissimi’, come aveva denunciato l’Espresso – spara a zero sul Governo e offre la sua personalissima visione del perché in Italia sta risalendo il numero dei contagi: “Stiamo parlando di una realtà istituzionale che ha completamente dormito nel corso dell’estate. Si preoccupavano dei sondaggi, di scrivere sui social, di organizzare le elezioni regionali, ma certamente non si sono preoccupati di prevedere l’arrivo della seconda ondata quando in tutto il mondo, dall’Oms ad esperti e scienziati dicevano che sarebbe arrivata”. 
Bertolaso non si capisce dove abbia vissuto quest’estate, dato che gli unici che sembravano ignorare il pericolo erano i due leader dell’estrema destra, sempre – specie Salvini – in giro per l’Italia senza mascherina a fare comizi. Dal Governo venivano appelli continui e gli avvertimenti degli scienziati erano quotidiani, ma certa stampa serva di certa politica li classificava come ‘attacchi terroristici’.
Secondo Bertolaso “adesso sul possibile lockdown fa comodo richiamare tutti al senso di responsabilità degli italiani, ma non si fa così: dipende dal premier Conte e dai suoi uomini di governo. Loro dovevano mettere in piedi prima le misure necessarie ad evitare nuovi lockdown”.
Mentre nei mesi scorsi “sono state prese decisioni senza mettere in piedi una strategia in grado di prevenire situazioni come questa”. Insomma “l’esecutivo ha pesanti responsabilità. Metterei loro in lockdown. Chi doveva – si chiede – organizzare a maggio una fornitura di tamponi in modo che tutti potessero avere accesso in tempi rapidissimi in qualsiasi parte d’Italia? Chi doveva organizzare le vaccinazioni antinfluenzali? L’anno scorso in questo periodo eravamo già tutti vaccinati, quest’anno invece è merce rarissima il vaccino antinfluenzale”.
Ma non solo: “Vogliamo parlare dei 5500 letti per la rianimazione previsti dal decreto del 18 maggio? Hanno fatto la gara il 2 di ottobre, quindi tra 5 anni, quando la pandemia sarà finita, avremo i letti previsti. E chi stiamo tracciando? Immuni non funziona per niente”. Per non parlare della scuola: “Che che ne dica la propaganda istituzionale, gli studenti fanno uno o due giorni a settimana, il resto è tutto online. Eppure sarebbero bastati uno, massimo 2 milioni a settimana per utilizzare i 100 mila torpedoni fermi nei parcheggi in Italia e trasportare gli studenti a scuola. Ripeto la colpa è di chi non ha saputo governare questa situazione di emergenza nel corso dell’estate. A chiacchiere si può anche raccontare come fa il ministro degli Esteri che l’epidemia è finita e che il vaccino arriverà a dicembre, ma mi chiedo: Di Maio è un medico? È uno scienziato? Tutti che parlano a vanvera”.
La realtà “è che si spendono i soldi pubblici in modo sbagliato, in iniziative bizzarre. Basti pensare ai banchi con le rotelle, una sciocchezza estiva pagata a peso d’oro, o al miliardo e mezzo stanziato per i letti di terapia intensiva che arriveranno tra cinque anni. Hanno davvero sprecato un sacco di risorse andando a tutelare interessi che non erano quelli della maggioranza della cittadinanza”.
Mentre secondo Bertolaso i soldi “andavano spesi per organizzare un’indagine a tappeto per testare tutti gli italiani. Questo è l’unico modo per riuscire a contrastare l’epidemia”. Anche perchè altrimenti, con le curve del contagio che galoppano in Europa “rischiamo di vivere molti mesi in sofferenza, con drammatiche ripercussioni sull’economa del nostro paese e causando anche un grandissimo disagio sociale. Si pagheranno cioè le conseguenze dell’inerzia dei mesi estivi. Perchè da qui non si scappa: ci vuole su questo fronte un sistema organizzativo che purtroppo al momento manca e non abbiamo più molto tempo per metterlo in piedi”.

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