Dopo 9 anni Nicola Cosentino è stato assolto in appello dall'accusa di collusione con la camorra
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Dopo 9 anni Nicola Cosentino è stato assolto in appello dall'accusa di collusione con la camorra

L'ex sottosegretario all'economia del Governo Berlusconi in primo grado era stato condannato a cinque anni, e ne ha scontati 3.

Nicola Cosentino
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29 Settembre 2020 - 16.51


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Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’economia durante il Governo Berlusconi, a nove anni dall’avvio dell’inchiesta della Dda di Napoli su camorra e colletti bianchi con al centro la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe e brogli elettorali per le elezioni comunali, è stato assolto in appello. 
L’inchiesta del 2011 aveva portato all’arresto di oltre 50 persone e alla condanna in primo grado di una ventina di soggetti tra cui Cosentino, tutti assolti in secondo grado. All’esponente di Forza Italia erano stati inflitti 5 anni e mezzo di reclusione in relazione al finanziamento da 5 milioni di euro per la costruzione – mai avvenuta – del centro commerciale ‘Il Principe’, che, secondo l’accusa, sarebbe stato voluto dal clan dei Casalesi.

“Siamo assolutamente soddisfatti, quando ci sono sentenze che leggono in maniera adeguata le prove non resta che ribadire la fiducia nella macchina giudiziaria”. Così Stefano Montone, avvocato di Cosentino, commenta la sentenza.L’ex sottosegretario ha seguito l’ultima udienza in aula: alla lettura della sentenza, racconta Montone all’Adnkronos, “ci siamo abbracciati. Ora deve metabolizzare il tutto, non dimentichiamo che per questo processo ha scontato 3 anni di carcere”.

Sui 9 anni trascorsi dall’apertura dell’inchiesta alla sentenza d’appello, Montone, ricordando che “ci si è messo anche il Covid”, commenta: “E’ storia nota, oggi si parla di Cosentino ex sottosegretario, ma io difendo tanti ‘illustri sconosciuti’ le cui vicende giudiziarie durano altrettanto, se non di più. C’è qualcosa che non funziona nella macchina, ma io continuo a credere nel sistema, nella macchina giudiziaria e, quando ci sono sentenze che leggono le prove in maniera adeguata, non resta che ribadire la fiducia”.

 

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