Il delirio di Enrico Aimi (Forza Italia): "Bella Ciao inno contro gli invasori? Allora la cantino a Lampedusa”
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Il delirio di Enrico Aimi (Forza Italia): "Bella Ciao inno contro gli invasori? Allora la cantino a Lampedusa”

La sparata di Aimi è in riferimento al progetto di legge firmato da esponenti Pd, Leu, Iv e M5s per il riconoscimento della canzone quale "espressione popolare dei valori fondanti" della repubblica

Enrico Aimi
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25 Settembre 2020 - 20.26


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Secondo l’illuminata opinione di Enrico Aimi, senatore di Forza Italia, “Bella Ciao è la colonna sonora della faziosità politica ed appartiene oramai, nell’immaginario collettivo, alle frange più estreme della sinsitra e dei centri sociali, ecco perché non può essere un motivetto condiviso”. 
La sparata di Aimi è in riferimento al progetto di legge firmato da esponenti Pd, Leu, Iv e M5s per il riconoscimento della canzone quale “espressione popolare dei valori fondanti” della repubblica e per la sua esecuzione , dopo l’inno nazionale, nelle cerimonie ufficiali per il 25 aprile.
“È stata ed è inno di divisione, perfino all’interno dello stesso movimento resistenziale – prosegue l’esponente di FI – che vide contrapporsi in maniera spesso violenta e sanguinaria i partigiani rossi delle Brigate Garibaldi, con quelli di ispirazione cattolica, liberale, monarchica ed azionista”.
“È venuto il momento di dire la verità – aggiunge – non tutta la ”Resistenza” voleva portare in Italia la libertà e la democrazia. Almeno non i seguaci di Stalin e di Togliatti. Oggi è in atto una straordinaria storia d’amore e di interesse, elettorale ed economico. Quello tra il Pd e il M5S, per far convolare a nozze Zingaretti e Di Maio. Avevano bisogno di una loro canzone e l’hanno trovata. Peccato che nel cantarla a squarciagola dimostrino una certa ipocrisia politica”.
“Si, perché in ‘Bella Ciao’ c’è una strofa tanto evocativa quanto attuale continua Aimi- ‘una mattina mi son svegliato ed ho trovato l’invasor’, supremo atto di una stucchevole ipocrisia vista la miserrima condizione di questa Italietta, dai confini colabrodo e per ciò stesso, meta di tutti. Forse sarebbe ora che incominciassero ad intonarla in luoghi simbolo come Lampedusa”.

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