La Lega voleva querelare Pagnoncelli per sondaggi 'faziosi': ora hanno perso, e rischiano guai a sei zeri

Dopo l'annunciata querela leghista, con tanto di richiesta di maxi risarcimento nei confronti di Pagnoncelli, il partito di Salvini rischia così la contromossa dei legali di Ipsos

Matteo Salvini
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22 Settembre 2020 - 14.56


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La Lega ai sondaggi di Pagnoncelli, pubblicati sul Corriere della Sera, non ci credeva: diceva che erano ‘faziosi’ e aveva anche minacciato querela. Peccato però che poi sono proprio quei sondaggi ad aver anticipato il risultato delle urne delle regionali in Campania. E ora Nando Pagnoncelli, sondaggista Ipsos, dichiara: “Stiamo ancora aspettando la querela da parte dell’onorevole Molteni e stiamo valutando iniziative nei confronti di quegli esponenti, che sui mezzi di informazione, ci hanno diffamato. Valuteremo quando riceveremo la richiesta di danni da parte della Lega, ammesso e non concesso che fosse rivolta a noi e non al Corriere”, dice poi riferendosi all’azienda di cui è amministratore delegato.
Dopo l’annunciata querela leghista, con tanto di richiesta di maxi risarcimento nei confronti di Pagnoncelli, il partito di Salvini rischia così la contromossa dei legali di Ipsos, che potrebbe mettere nei guai Salvini e i suoi, a rischio di dover di sborsare cifre molto impegnative, specie per un partito già alle prese con difficoltà economico-giudiziarie. Un guaio che a via Bellerio cercheranno di evitare a tutti i costi.
La vicenda, ricapitolando, ha visto in prima fila il fedelissimo di Salvini, Nicola Molteni, ex sottosegretario al Viminale e ora commissario nella regione Campania, che nelle scorse settimane avrebbe dato mandato all’avvocato Claudia Eccher, con la richiesta di querelare Pagnoncelli per quanto scritto il 29 agosto sul Corsera, quando aveva ‘rilevato’ nella regione di De Luca, una “Lega con il 3,3%, in forte arretramento rispetto alle Europee quando fu il partito più votato con il 19,2%”.
Numeri che oggi Pagnoncelli rivendica così: “Il 3,3% è calcolato – spiega – su coloro che dichiarano di voler andare a votare, su un campione più limitato, il 5,5% della Lega in Campania è perfettamente nell’ambito della forchetta prevista” in questo tipo di rilevazioni. “Eravamo – scandisce – nel giusto”.
Tornando a Molteni, il deputato brianzolo avrebbe addirittura chiesto un risarcimento da 500mila euro, accusando l’analista del Corsera di presentare dati “inverosimili”, di “stravolgere la realtà” e di “tentare di condizionare l’opinione dell’elettorato”.
Accuse ribadite con durezza dal collega di partito, Claudio Borghi: “Pagnoncelli poverino svolge il lavoro per cui è pagato, ovvero inventare modi camuffati da sondaggi per danneggiare la Lega a favore del potere vigente”, si legge in un post dell’ex presidente della Commissione Bilancio della Camera.
Accuse durissime che Pagnoncelli rimanda al mittente: “C’è una cattiva abitudine – replica – di chi pensa che le terze parti non esistano, pensa di poter catalogare tutti in amici o nemici, io faccio un altro mestiere, in 36 anni di professione mi hanno affibbiato qualsiasi casacca politica, ora siamo di fronte alla ripetizione di una cattiva abitudine che molti esponenti politici hanno, per fortuna non tutti”.
Di sicuro i legali sono allertati. Da una parte e dall’altra. Claudia Eccher, storico avvocato della Lega, da ultimo in campo in difesa di Matteo Salvini dopo la querela di Carola Rackete, non si sbottona: “Non mi è possibile fare alcuna dichiarazione, non posso dire nulla sulla vicenda”. Ma la patata bollente, a urne ormai chiuse e dati acquisiti, è rimasta in mano a quelli di via Bellerio.

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