Tragedia nel nuorese: anziano positivo al Covid muore perché costretto ad arrivare da solo all'ambulanza
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Tragedia nel nuorese: anziano positivo al Covid muore perché costretto ad arrivare da solo all'ambulanza

Il 65enne sarebbe uscito di casa con la valigia per raggiungere l’ambulanza come richiestogli, avrebbe percorso 200 metri in salita e all’arrivo in cima sarebbe stramazzato al suolo.

Le controindicazioni del post-Covid
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21 Settembre 2020 - 10.16


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Si chiamava Carlo Lobina il 65enne positivo al Covid-19 morto intorno alle 23 di sabato a Seui (Nuoro) mentre veniva soccorso dall’ambulanza del 118, probabilmente per una crisi respiratoria. La notizia viene riportata dall’Unione Sarda, scrivendo che si svolgerà sotto forma di incidente probatorio l’autopsia sul corpo dell’uomo. 

Il paziente sarebbe uscito di casa con la valigia per raggiungere l’ambulanza come richiestogli, avrebbe percorso 200 metri in una salita ripidissima e all’arrivo in cima sarebbe stramazzato al suolo rimanendo lì per circa 20 minuti: questa la dinamica ricostruita dal quotidiano sardo attraverso le parole dei legali della famiglia del paziente, aggiungendo che sull’ambulanza non sarebbe stato presente un defibrillatore.

L’Unione Sarda riporta le dichiarazioni del legale dei familiari dell’uomo, l’avvocato Marcello Caddori:

Mentre si rialzava ha implorato gli operatori del 118: “Siete qui per me”, ha detto, prima di cadere nuovamente a terra. Essendo in presenza di un paziente positivo al coronavirus, sottolinea ancora l’avvocato, “non poteva uscire di casa per raggiungere l’ambulanza, come gli è stato chiesto esplicitamente al telefono, ma i soccorritori avrebbero dovuto recarsi nella sua abitazione e prelevarlo eventualmente con una barella”.

L’Ansa riferisce che sulla morte del 65enne la Procura di Lanusei ha aperto un’inchiesta. I familiari dell’uomo hanno incaricato l’avvocato Marcello Caddori di cercare di capire se ci sono responsabilità. Secondo la ricostruzione del legale, infatti, Lobina, emigrato in Germania dove vive con la moglie e i figli, era rientrato in Sardegna a luglio per restare qualche mese con l’anziana madre, quando ha contratto il virus.

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“Da qualche giorno era in quarantena nella sua abitazione di Seui, dopo essere entrato in contatto con un positivo ed essere risultato a suo volta positivo al tampone – spiega Caddori – Le sue condizioni si sono aggravate ieri pomeriggio, quando intorno alle 17 è stato visitato da una equipe medica che ha riscontrato una insufficienza respiratoria gravissima”.

“Si è quindi deciso per il ricovero all’ospedale SS. Trinità di Cagliari ma l’ambulanza – sostiene ancora l’avvocato – è arrivata da Nuoro solo alle 21. Nelle vie strette del paese, poi, non si è riusciti ad avvicinare il mezzo all’abitazione di Lobina e gli è stato chiesto raggiungere l’ambulanza: così è uscito di casa con la valigia, ha percorso 200 metri in una salita ripidissima e all’arrivo sulla cima è stramazzato al suolo rimanendo lì per circa 20 minuti, senza che nessuno si accorgesse di niente – aggiunge Caddori – Sull’ambulanza non c’era il defebrillatore e si è proceduto con massaggio cardiaco, senza successo purtroppo”.

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