Le preoccupazioni dei fratelli Bianchi: "Dovremmo bere acqua del rubinetto?"

Gabriele  e Marco Bianchi lo hanno chiesto la sera di domenica 6 settembre, mentre stavano per varcare la soglia del carcere di Rebibbia.

I fratelli Bianchi
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14 Settembre 2020 - 07.46


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“Ma adesso saremo costretti a bere l’acqua di rubinetto?” riporta Today: Gabriele  e Marco Bianchi lo hanno chiesto la sera di domenica 6 settembre, mentre stavano per varcare la soglia del carcere di Rebibbia con l’accusa di omicidio preterintenziale per la morte di Willy Monteiro a Colleferro. Scrive oggi il Messaggero che “per i due fratelli di 26 e 24 anni chiusi nelle loro celle in isolamento e ossessionati dalla cura del corpo e dalla bella vita, la mancanza dell’acqua minerale era un vero e proprio cruccio”. 

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Ieri intanto è emerso che i due fratelli e Mario Pincarelli potrebbero vedere prolungato il proprio confinamento anche allo scadere della quarantena sanitaria disposta per tutti i nuovi ingressi in carcere. I legali dei tre avrebbero infatti chiesto al giudice di tutelare l’incolumità dei loro assistiti e di tenere conto delle circostanze dell’arresto e dei rischi connessi ad eventuali ritorsioni nei loro confronti da parte di altri reclusi.

Il pestaggio-omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte potrebbe infatti apparire un gesto vigliacco e odioso che nelle legge non scritta del carcere potrebbe essere assimilato a quelli perpetrati ai danni di donne e bambini. Il garante per i detenuti del Lazio, Stefano Anastasia ha spiegato al quotidiano romano che si dovrà valutare una adeguata forma di isolamento cautelativo per impedire che gli arrestati  possano essere oggetto di attenzioni per così dire sgradite all’interno del carcere.

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Le indagini proseguono per stabilire le responsabilità dei quattro accusati (Francesco Belleggia è ai domiciliari) e per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri nelle fasi successive all’omicidio. Anche per questo i telefoni sono passati al setaccio: potrebbero fornire elementi utili agli inquirenti anche per cristallizzare ulteriormente le posizioni degli arrestati che, dopo la riformulazione dell’accusa in omicidio volontario, rischiano l’ergastolo. Nel fascicolo di indagine sono stati acquisiti i precedenti dei Bianchi, tre per Gabriele per lesioni e porto d’armi e cinque, tutti per lesioni personali, per Marco. Un passato da picchiatori con uno stile di vita molto ostentato e, forse, poco compatibile con quello di proprietari di un banco frutta.

In questo senso vanno avanti le indagini patrimoniali attivate dalla Guardia di Finanza attivate dopo la morte di Willy. Dagli accertamento sarebbe emerso che il padre di Marco e Gabriele, Ruggero Bianchi percepiva il reddito di cittadinanza, e verifiche si stanno attivando su tutti e quattro i figli che comunque avevano un tenore di vita agiato. Soprattutto Marco e Gabriele, ufficialmente nullatenenti e con un banco di frutta aperto da poco. La prossima settimana l’avvocato dei Bianchi e Pincarelli, Massimiliano Pica, deciderà se presentare istanza al tribunale del Riesame mentre dal canto suo l’avvocato di Belleggia, Vito Perugini, ha reso noto che non presenterà ricorso sulla decisione del gip che ha posto ai domiciliari il suo assistito. Una rimodulazione della detenzione arrivata dopo che Belleggia al gip ha detto di avere visto Marco e Gabriele Bianchi colpire ripetutamente Willy Monteiro Duarte anche quando era già a terra

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