A marzo Berlusconi sarebbe morto? L'infettivologo: "Ecco cosa è cambiato"
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A marzo Berlusconi sarebbe morto? L'infettivologo: "Ecco cosa è cambiato"

Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: "Migliorata la nostra capacità di intercettare più rapidamente i pazienti e di curarli meglio".

Silvio Berlusconi
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11 Settembre 2020 - 08.07


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 Hanno suscitato scalpore le parole del medico personale di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo, che ha sottolineato come la carica virale del tampone naso-faringeo del leader di Forza Italia “era talmente elevata che a marzo-aprile lo avrebbe ucciso”. Ebbene, “rispetto a maggio, dove si era registrata una importante riduzione della carica virale, adesso con tanta circolazione del virus potrebbe esserci stato un rialzo. La sensazione però la danno i numeri, ed è evidente che oggi la letalità è molto diversa da quella di marzo-aprile. Quindi se non è la carica virale, allora è evidente che ci sono altre situazioni che intervengono, tra cui indubbiamente la nostra capacità di intercettare più rapidamente i pazienti e di curarli meglio”.
Lo afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.

“Fondamentalmente oggi – aggiunge l’esperto commentando le dichiarazioni del collega – quello che è cambiato non è soltanto una maggior bravura dei medici nel curare questa infezioni. E’ anche cambiata la consapevolezza dei cittadini di fronte alla malattia, sono loro che riconoscono alcuni sintomi e chiedono il tampone – aggiunge Bassetti – Altrimenti non saremmo mai arrivati a questa drastica riduzione della letalità: oggi siamo intorno all’1%. A marzo-aprile eravamo intorno al 15%. Speriamo che questo si mantenga, i dati di questi giorni ci dicono che su 35mila contagiati, abbiamo 2mila ricoverati di cui 160 in terapia intensiva, ovvero solo lo 0,4% di tutti i ricoverati è in condizioni serie”.

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