Il campione di Mma: "L'omicidio di Willy non c'entra nulla con il mondo delle arti marziali"
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Il campione di Mma: "L'omicidio di Willy non c'entra nulla con il mondo delle arti marziali"

Parla Carlo Pedersoli, campione italiano di Mma (Mixed Martial Arts): "Quello che è accaduto è un atto di vandalismo, di assoluta indecenza. C'entra ben poco con lo sport che pratico e che amo"

Carlo Pedersoli
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10 Settembre 2020 - 16.57


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Carlo Pedersoli, campione italiano di Mma (Mixed Martial Arts) e nipote di Bud Spencer, ha parlato dell’accanimento che molti – compresi i giornali – hanno avuto verso questa disciplina in seguito alla morte di Willy Monteiro. Gabriele e Marco Bianchi infatti praticavano la Mma e molti hanno collegato l’omicidio di Willy con le arti marziali. 
“In primis, condoglianze alla famiglia di Willy” scrive Pedersoli, “tanto rispetto nei confronti di questo ragazzo che è morto per aiutare un amico e molti stanno strumentalizzando la sua uccisione per creare polemiche. Quello che è accaduto è un atto di vandalismo, di assoluta indecenza. C’entra ben poco con lo sport che pratico e che amo, un atto assolutamente ignobile che deve essere punito in maniera seria”. 
Il campione non conosce i quattro ragazzi indagati. “Né sportivamente, né personalmente – spiega – probabilmente saremo stati a pochi metri di distanza in qualche evento di Mma, ma sono completamente distante da loro e nemmeno d’accordo con la difesa che stanno cercando di dare al loro gesto”.
In molti questi giorni stanno parlando di chiudere tutte le palestre di Mixed martial arts, considerate pericolose e violente. “Generalizzare è sempre sbagliato – risponde Pedersoli – chiudere tutti centri per un episodio isolato, anche se molto grave e negativo per la nostra storia, è totalmente fuori luogo. Quello che è successo a Colleferro non c’entra nulla né con lo sport, né con le palestre, né con atleti e maestri. E’ certamente una tragedia, un episodio che ci auguriamo non si ripeta mai e che merita molta attenzione: a Colleferro è andata in scena una vera e propria aggressione”.

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