Spaccavento: "La mia battaglia contro il Covid anche combattendo le bufale sul web"

L'anestesista e rianimatore della Asl di Bari ha scelto di candidarsi alle regionali in Puglia a sostegno di Michele Emiliano: "Dal 2016 sono il portavoce di tutti i cittadini che chiedono e una sanità migliore"

Felice Spaccavento, anestesista e rianimatore della Asl di Bari
Felice Spaccavento, anestesista e rianimatore della Asl di Bari
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28 Agosto 2020 - 15.10


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Felice Spaccavento è un anestesista e rianimatore della Asl di Bari che più volta attraverso i social ha lanciato appelli alla responsabilità rispetto al Coronavirus. E adesso è candidato nello schieramento che sostiene Michele Emiliano alle regionali in Puglia.
Contagi e ricoveri tornano a aumentare, cosa sta accadendo?

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Nelle ultime settimane, anche in Italia, come in altri paesi europei, si sta verificando un aumento di nuovi casi di COVID 19.

Cresce il numero dei pazienti ricoverati con sintomi e di quelli in terapia intensiva, anche se quest’ultimo, al momento, in maniera meno pesante.

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Il trend in crescita, nell’ambito di una circolazione endemica, è rappresentato da casi autoctoni, da importazione (es. stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero.

Nell’ultima settimana i positivi sono rappresentati soprattutto da contatti stretti di vacanzieri italiani tornati malati da viaggi in zone a rischio, che, al rientro, hanno infettato componenti del proprio nucleo familiare.

I nuovi casi registrati riportano l’abbassamento dell’età media e l’Rt (indice di contagiosità), in numerose Regioni, è salito oltre 1, tra cui la Puglia.

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Al momento, nella nostra Regione, ci sono circa 600 casi positivi, di cui oltre l’80% a domicilio, più del 1% ricoverato, e meno dell’1% in terapia intensiva. Più della metà dei casi accertati è asintomatico, e meno del 4% ha un quadro clinico critico.

Osservando i bollettini epidemiologici nazionali e regionali possiamo dire che, se da un lato bisogna evitare i facili allarmismi, dall’altro non possiamo sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il nostro Paese, quali la riapertura delle scuole.

Ti sei più volte esposto in prima persona per sensibilizzare la gente sul rispetto delle regole. Come è stata la risposta?

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Credo molto nella comunicazione veloce e moderna, come quella fornita dal web e dai social network, poiché è diretta, immediata e può raggiungere migliaia di persone nello stesso istante. Sempre se utilizzata nella maniera corretta.

E proprio sull’ emergenza ancora in corso, bufale e disinformazione sono state all’ordine del giorno, in particolar modo proprio sul web e sui social network. Per questo ho ritenuto doveroso, in primis come medico, trasmettere informazioni corrette e, a seconda dell’andamento epidemiologico, contenere allarmismi o invitare alla prudenza ricordando regole e buone pratiche.

Ho realizzato video rivolti a tutte le fasce d’età, soprattutto a quelle più distratte come nel caso dei giovani, che in termini di comunicazione, sono risultati vincenti, stando al numero di visualizzazioni e condivisioni ben oltre l’atteso. E questo ha portato anche un ulteriore eco mediatico fino alle tv nazionali.

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A chi parla di dittatura sanitaria che rispondi?

Alcuni personaggi del mondo della cultura, ma anche gruppi di gente comune, definiscono

“Dittatura sanitaria” l’operato del nostro governo nella gestione della pandemia da COVID 19. E ‘una parola usata anche in altre situazioni, come nel caso di gruppi di mamme, nonne, papà, che indicano, in questo modo, l’obbligo vaccinale impartito dal Ministero, contro cui sono state indette anche marce di protesta.

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Sono nati movimenti, associazioni, blog, siti dedicati e ci sono state anche proposte di costituire poli sovranisti. 

A chi parla di “dittatura sanitaria”, non posso che dare una risposta da medico, ricordando che a supporto delle decisioni istituzionali, c‘è sempre lo studio dei dati epidemiologici, l’elaborazione di lavori scientifici che man mano stanno arricchendo la nostra letteratura e un folto gruppo di scienziati ed esperti che costantemente studiano le evoluzioni della malattia.

Tutto questo, e tanto altro, fa determinare le scelte operative degli organi competenti, spesso difficili e dolorose come quella del lockdown.

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Perché hai scelto di candidarti alle regionali in Puglia in una lista a sostegno di Emiliano?

In primis vorrei spiegare perchè ho scelto di candidarmi.

La mia candidatura alle prossime elezioni regionali rappresenta la continuità di un percorso iniziato nel 2016, quando ho deciso di diventare il portavoce di tutti i cittadini che chiedono e meritano una sanità migliore. Campo, di cui conosco, come già ho detto altre volte, criticità, bisogni e aspettative.

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In questo momento, più che mai, sento il dovere di mettere a disposizione le mie competenze tecniche per pretendere una sanità al passo con i tempi, che miri alla giusta integrazione ospedale territorio e al potenziamento di quest’ultimo in tutti i suoi rami.

Alle prossime elezioni rappresento il movimento “La forza della Puglia”, nell’ambito della lista Puglia Solidale e Verde, una lista a sostegno del candidato presidente Emiliano, con cui ho trovato punti di incontro e analogie di obiettivi futuri per la nostra Regione, anche se tra noi non sono mancati momenti di confronto acceso ma sempre produttivo.

Cosa c’è da migliorare nel sistema sanitario nazionale? Medicina territoriale? Più posti letto?

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L’ esperienza della pandemia ha messo in rilievo i punti di forza e le debolezze del nostro sistema sanitario.

Vorrei prima di tutto ricordare che il nostro Servizio Sanitario Nazionale garantisce l’assistenza a tutti i cittadini e l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie. Si tratta di un sistema complesso e oneroso che oggi rappresenta il culmine di una lunga evoluzione storica che ha portato ad una sanità focalizzata sul cittadinoa cui sono garantite, non solo la cura delle malattie, ma anche la prevenzione ed il controllo delle stesse malattie.

Tuttavia, proprio in corso d’emergenza abbiamo patito la scarsa omogeneità della qualità dei servizi offerti nelle diverse Regioni, i tagli effettuati alla spesa sanitaria con limitato investimento nella prevenzione e nell’assistenza territoriale, a fronte del crescente fenomeno delle non autosufficienze e delle cronicità e, non in ultimo, la grave carenza di personale sanitario (8.000 medici e più di 13.000 infermieri in meno).

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Cosa serve alla sanità pugliese? Quali le eccellenze e quali i punti deboli?

Il Sistema Sanitario Pugliese ha dimostrato, con i numeri, di aver saputo ben gestire l’emergenza attraverso una rapida riorganizzazione della rete ospedaliera, individuando presidi Covid dedicati, diagnosticando in modo rapido i casi e attraverso un importante sistema di ricerca e gestione dei contatti (in gergo tecnico contact tracing).

E’ stato un lavoro sinergico tra Ospedali, Dipartimenti di Prevenzione, Distretti Socio Sanitari, Medici di famiglia.

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La Regione Puglia, oggi, è pronta ad affrontare una eventuale seconda ondata di Covid 19 e contestualmente a garantire la sanità ordinaria, che non può più essere sospesa.

E’ già stato intrapreso un importante percorso di riorganizzazione della rete ospedaliera ed una programmazione ed implementazione dei servizi territoriali assistenziali e di prevenzione, che devono continuare a crescere in un’ottica prospettica.

Serve modernizzare la sanità attraverso strumenti tecnologici già disponibili, quali la telemedicina, che possono essere validi supporti per la gestione dei pazienti fragili e ancor più dei pazienti affetti da malattie cronico degenerative. 

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Sarà necessario pertanto monitorare e portare a compimento quanto già avviato e puntare sempre più, come piace dire a me, a focalizzare l’attenzione verso il paziente, attraverso percorsi di sburocratizzazione della sanità e soprattutto attraverso un importante processo di umanizzazione delle cure.

Una strada ancora lunga e impegnativa ma che dobbiamo percorrere per tutti noi Pugliesi.

 

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La pagina Facebook di Felice Spaccavento

 

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