La campagna mediatica contro la Sardegna sta portando alla chiusura anticipata degli hotel

Ma rispetto allo scorso anno a settembre rischiano di lavorare con una percentuale in meno di turisti del 70-80%.

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28 Agosto 2020 - 10.24


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Gli hotel sardi provano a resistere. Ma rispetto allo scorso anno a settembre rischiano di lavorare con una percentuale in meno di turisti del 70-80%. E Federalberghi lancia l’allarme: “Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che nell’isola si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicura – spiega all’Ansa il presidente Paolo Manca – ma se non si raggiunge almeno il 35% molti alberghi saranno costretti a chiudere prima del tempo sull’onda di quello che sta succedendo alle discoteche”.
    Difficile fare un discorso con numeri sulle prenotazioni: “Questo è stato l’anno del last minute – spiega ancora Manca – la gente chiama tre quattro giorni prima dell’arrivo. È chiaro che ora il clamore mediatico sulla Sardegna si sta allargando alla stampa estera e questo rischia di bloccare le prenotazioni degli stranieri. Ma bisogna far capire che la Sardegna non è epicentro del Covid e che i numeri sono in linea con quelli normali se consideriamo che oltre i residenti ci sono anche i turisti – aggiunge il presidente degli albergatori – E se consideriamo che ci sono stati dei comportamenti irresponsabili da parte dei turisti. Non certo negli alberghi che invece hanno adottato e adottano misure che fanno stare l’ospite al sicuro.
    Bisogna far capire subito che c’è un prodotto sicuro e appetibile, ora più che mai. E che i turisti che vengono a settembre avranno a disposizione spazi e servizi. Rischi non ce ne sono”, conclude Manca.

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